"Si recuperi progetto del museo Liberty proposto nel 2019”
PALERMO, 5 maggio – "La proposta lanciata in questi giorni di destinare l’ area di villa Deliella, dove sarebbe dovuto sorgere il museo del Liberty, alla realizzazione di un parcheggio e’ una notizia che ci lascia attoniti e basiti.
Si tratterebbe di un fallimento e una sconfitta per tutti i palermitani ma anche per la politica e per la cultura perché rappresenterebbe uno scellerato atto di “demolizione” di ciò che ancora rimane, la memoria”.
Lo ha detto il presidente dell’ordine degli Ingegneri di Palermo Vincenzo Di Dio che aggiunge: “Nel 2019 L’Assessorato Regionale ai Beni Culturali aveva incaricato l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Palermo di redigere un preliminare per la preparazione di un bando internazionale per realizzare nell’area di Piazza Croci un museo del Liberty e avevamo deciso di coinvolgere l’Ordine degli Architetti, l’Ordine dei Giornalisti, la Soprintendenza di Palermo, l’Università, il Comune e il mondo degli Archstarinternazionali e subito abbiamo avuto la percezione che si sarebbe potuto realizzare una rivoluzione nella cultura assonnata della nostra città. Successivamente – continua – furono selezionati trenta giovani ingegneri, architetti e esperti di comunicazione, fu creato un centro di progettazione in un luogo messo a disposizione dalla Soprintendenza in cui divisi in gruppi e seguiti da tutor universitari hanno prodotto in un mese cinque idee progetto di grande valore da porre a base di un dibattito cittadino.
L’idea fu talmente originale che la stampa nazionale, le televisioni, la stampa locale e tutti i media, giornalmente seguirono l’iniziativa dando spazio alle idee proposte dai gruppi di lavoro e, soprattutto, al nuovo metodo di coinvolgere nella fase di progetto varie componenti della società civile. Subito dopo si e’ scoperto che le fondazioni della villa erano ancora presenti, che piuttosto che di un museo tradizionale si doveva parlare di una “città museo” e di un portale verso la conoscenza del liberty in Sicilia e di tanto altro, come la rimodulazione dell’intera piazza Croci per eliminare il traffico automobilistico e di parcheggi sotto la piazza. Eravamo pronti a presentare un progetto di grande respiro per la città, la Regione stava stanziando somme per l’esproprio dell’area e per i primi passi del bando, i media caldeggiavano le iniziative e le proposte degli abitanti della zona, dei negozianti e degli imprenditori.
Palermo voleva non perdere la memoria dello scempio di quella villa e delle altre centinaia demolite per dar luogo a palazzi spesso anonimi e privi di valenza architettoniche.
Palermo aveva improvvisamente compreso che la conservazione della memoria e della cultura liberty era una ricchezza per tutti, sia per gli abitanti della zona che per coloro che vivono nelle periferie. Purtroppo la pandemia ha bloccato tutto con lo sconforto dei commercianti e la lenta ripresa dell’economia ha fatto sì che il progetto si arenasse. Ci auguriamo che il progetto venga riproposto e che il sogno di un museo Liberty in quell’area possa diventare presto realtà. Noi come Ordine siamo pronti a dare il nostro contributo e a fare la nostra parte”.