Coniglio alla siciliana

"Cacciaturi ca assicuta a ddu cunigghia, unu cci scappa e l'autru n'u pigghia"

Il coniglio alla siciliana, detto alla "stimpirata", trae le sue origini dalla tradizione contadina. Ricco di sapori ed odori, il coniglio alla siciliana è un piatto unico estremamente gradevole e saporito.

Il giusto deciso della carne bianca di coniglio si unisce alla delicatezza delle cipolle, del sedano e delle carote. Olive e capperi impartiscono un tocco intenso e carico. La buccia grattugiata di arancia abbraccia tutti gli ingredienti, avvolgendoli in un profumo inebriante.
Il coniglio è da sempre considerato un alimento estremamente versatile e di facile integrazione in diversi processi culinari, oltre che relativamente leggero. E' composto per oltre il 70% da proteine, valore impressionante che lascia poco all'immaginazione e che costituisce quindi una fonte di apporto proteico notevole favorito anche dalla presenza di una modesta quantità di sali minerali come potassio, sodio, ferro, magnesio, calcio e zinco.
Il coniglio alla cacciatora è un secondo piatto molto conosciuto ed apprezzato in Sicilia. Si fa presto a dire "alla cacciatora"... la denominazione, si utilizzava infatti per "nobilitare" preparazioni sprovviste di un nome ben preciso ritenendo degno di "eccellenza" tutto ciò che proveniva dalle mani del cacciatore, richiamando nella preparazione, inoltre, l'uso di aromi utilizzati dai cacciatori per cucinare le prede di immediato consumo.Il coniglio, oggi, è quasi sempre di allevamento, ma la ricetta trae la sua origine dalla preparazione della lepre.

Questo animale, come spesso accade con la selvaggina, ha un sapore molto intenso, di selvatico, e per questo bisognava “strunfarne” (stemperarne) un sapore così forte.

Le origini di questa ricetta, ancora una volta sono da ricercarsi tra la povera gente che utilizzava ciò che aveva a disposizione per potersi nutrire. Per questo motivo, il coniglio diventava nei giorni di festa, un lauto pasto arricchito con le verdure dell'orto.

Di siciliano questo piatto ha proprio tutto: dal soffritto, alla presenza di ingredienti mediterranei - come le olive ed i capperi - e, passando per l'agrodolce, al "sughetto" in cui si fa terminare la cottura che somiglia molto ad una caponata.

La preparazione di questo piatto è un po' laboriosa e prevede diverse fasi, ma alla fine la carne resta morbidissima e succosa e il fondo di cottura (che poi è un magnifico sughetto) è il sogno di tutti quelli che, in barba al bon-ton, amano fare "la scarpetta"...

 

Ingredienti per quattro persone: 1 coniglio, 2 coste di sedano, 1 cipolla, 1 carota, 150 g di olive verdi snocciolate, 1 cucchiaio di capperi (dissalati), 500 g di pomodori maturi, 1 tazza di brodo vegetale, 2 bicchieri di vino rosso, ½ bicchiere di aceto, i arancia fresca,1 cucchiaio di miele, farina, olio, sale, pepe, 1 foglia di alloro, 1 rametto di rosmarino, timo e prezzemolo.

Preparazione

Preparare il coniglio: tagliarlo a pezzi, lavarlo, asciugarlo e infarinarlo. Mettere sul fuoco una padella con olio e far soffriggere i pezzi lentamente, affinchè all'interno siano ben cotti e dall'esterno risultino dorati. Diluire il miele nell'aceto e bagnare i pezzi di coniglio con il composto. A parte preparare il condimento facendo soffriggere per 15 minuti un trito di sedano, carota e cipolla al quale aggiungere i pomodori a pezzetti, le olive snocciolate e i capperi dissalati e gli aromi. Salare e pepare. Aggiungere i pezzi di coniglio, alzate la fiamma e sfumate con il vino rosso. Aggiungere poi una tazza di brodo precedentemente preparata, la buccia dell'arancia grattugiata e coprite con un coperchio abbassando la fiamma per una cottura dolce. Lasciare cuocere per almeno altri venti minuti.

"Cacciaturi ca assicuta a ddu cunigghia, unu cci scappa e l'autru n'u pigghia".
Cacciatore che insegue due conigli, uno gli scappa e l'altro non lo piglia.