Menu mali ca' foru fichi

"Pinzava u viddanu mentri ca ci ntappàvanu li ficu a unu a unu, tutti ntô mussu..."

"Quando il villano è sul fico, non conosce né parente né amico", dice il proverbio. E non ha torto, visto che il fico è uno dei frutti più golosi che il giardino può darci.

Il fico (Ficus carica) è il frutto di una pianta maestosa, originaria dell'area mediterranea. ll fico si presenta a forma di goccia ed il suo colore è diverso in base alla varietà così come la buccia che si può presentare più o meno spessa. In senso botanico, il fico non è il vero frutto, ma è il ricettacolo carnoso, che al suo interno accoglie un gran numero di granelli, chiamati acheni, che sono il vero frutto della pianta.

Le foglie sono molto caratteristiche e si presentano a forma di lobi uno differente dall'altro. Dal picciolo, quando il fico viene staccato, esce una sostanza bianca che fa parte del metabolismo della stessa pianta, ricca di enzimi. I fichi si distinguono in fioroni, in siciliano bifari (a doppia fruttificazione e a maturazione primaverile-estiva), e fichi veri o "forniti" (a maturazione estivo-autunnale), ottimi sia freschi che conservati o trasformati in varie forme: secchi, marmellate, sciroppi, liquori e distillati.

In Sicilia il fico, per la larghezza delle foglie è usato come "arvuru ri ùmmura", albero in grado di fornire molta ombra e le varietà tipiche sono Sangiuvannari (maturazione a fine giugnu), Austini (pieno agosto) e Settembrini o ficu tardivi. Mangiare fichi fa molto bene alla salute, sono ricchi di vitamine A e B, proteine e zuccheri, hanno proprietà emollienti, antimicrobiche, espettoranti e lassative: gustosi, dolci e nutrienti, i fichi sono fra i frutti più antichi che si conoscano.

Una scoperta dei ricercatori dell'Università di Harvard dimostrerebbe che i fichi furono coltivati un migliaio d'anni prima di grano e orzo. Dal punto di vista nutrizionale, nonostante i fichi siano molto dolci, contengono solo 47 kcal per 100 grammi, molto meno dei mandarini e dell'uva. Il loro lattice è usato - per uso esterno - per eliminare calli e verruche grazie all'azione caustic,a ma è importante ricordare che è irritante per la pelle. I frutti secchi - ricchi di ferro, potassio e fibre - possiedono elevate quantità di zuccheri e proteine, hanno inoltre proprietà emollienti ed espettoranti.

È sempre stata una pianta molto apprezzata da tutte le popolazioni, non solo per il gusto assai particolare, ma anche per il suo valore simbolico: in India il fico è addirittura considerato un albero sacro ed è chiamato "Asvattha". La pianta del fico è sempre stata pregna di simbologie presso molte culture e religioni: le foglie con cui si coprirono Adamo ed Eva dopo il Peccato Originale; i riti erotici e dionisiaci della mitologia greca; la sacralità con cui è riverito in India, al punto che era spesso utilizzato come regalo benaugurante nel periodo delle feste.

Plutarco ci fa sapere che il fico anticamente aveva una valenza sacra ed era legato alle origini di Roma. Pare infatti che la cesta contenente Romolo e Remo, destinati a morire come frutto illegittimo della vestale Rea Silva, non fu trascinata dalla corrente del Tevere che era straripato, ma si arenò miracolosamente in un'insenatura fangosa, sotto un fico selvatico: proprio all'ombra di questo fico la lupa nutrì i due gemelli figli di Marte e della vestale. Della pianta, divenuta sacra, si presero cura i sacerdoti del dio.

Si dice che Polifemo usasse il succo prodotto dal fico per coagulare il latte e produrre formaggi nella sua grotta, tecniche a noi pervenute grazie agli scritti di Aristotele. Platone , poichè secondo lui, questo frutto aiutava a rinforzare l'intelligenza, ne era un grande consumatore tanto da meritarsi il nome di "mangiatore di fichi".

L'albero di fico è detto traditore. Sui suoi rami, infatti s'impiccò Giuda pentito d'aver venduto Gesù, e anche perchè spesso i suoi rami, pur all'apparenza molto robusti, si rompono all'improvviso sotto il peso di chi abbia la malaugurata idea di arrampicarvicisi sopra.

Il fico, generalmente viene consumato al naturale, fresco o secco ed in Sicilia è l'ingrediente protagonista di diversi dolci e biscotti come i "Cuddureddi", fatti di farina , zucchero, burro, uova, latte, fichi secchi macinati e chiodi di garofano o i famosi "buccellati" o "cucciddati" di Farina, burro, zucchero, vino Marsala, uva passa e sultanina, noci, pinoli, scorza d'arance, chiodi di garofano e naturalmente fichi secchi.

Fresco lo potete aggiungere alle macedonie, ai dolci, può accompagnare gli antipasti, buono con il prosciutto, il salame e vari formaggi, accompagna carne, coniglio e selvaggina e può sostituire le prugne in molte preparazioni. Inoltre, il fico, viene usato per la preparazione di confetture e composte; delizioso il fico affogato nel porto o nel whisky. Il fico secco invece lo potete consumare così com'è, oppure farcito con noci, mandorle e ricoperto con del buon cioccolato fondente.

A proposito dei fichi...chissà quanti tra voi li hanno gustati appena raccolti, comnciando ad assaporarli dalla secrezione che, a maturazione inoltrata, fuoriesce naturalmente dal lato inferiore del frutto stersso. Ne andavo ghiotta!

Un'ottima preparazione per gustare i fichi è la confettura, una classica conserva da preparare alla fine dell'estate quando i fichi giungono alla piena maturazione, così come la marmellata. Entrambe, preparate con amore, rendono le colazioni speciali e le merende naturalmente sane. Indicatissime anche come accompagnamento di formaggi stagionati.

Il fico, è legato anche a parecchie espressioni popolari: sarbari à panza à li ficu, evitare i pericoli o con altro senso, mangiare poco alle prime portate, sapendo che poi ci saranno pietanze più gustose; facisti à fiura ru ficu, non riuscire in un'impresa, in un tentativo; ti canuscivu ficu!, a persona che si da grandi arie pur provenendo dal nulla; ripigghiasti datteri pi fucu, il ritorno è maggiore di quanto s'è dato (cfr. Dante Aligheri, Divina Commedia, Canto XXXIII, v. 119);  'un bali na ficu (secco), di qualcuno o qualcosa che non vale nulla, in senso traslato, vuol dire "cosa di poco valore"; fare nozze coi fichi, fare in forma meschina cosa che dovrebbe essere solenne, ricca; annu ficaio scarsu u granaio, credenza popolare secondo la quale in un anno in cui si raccolgono molti fichi si miete poco grano.

Al fico è legata anche un'antichissima espressione che trae origine da una leggenda popolare:

''Menu mali ca foru ficu!"

 "Si cunta e s'arricunta ca c'era un re ca si nni ivu a caccia e a un certu puntu, stancu, s'arripusau a l'ùmmura, sutta a n'àrvulu ri ficu; passau un viddanu ca lu arricanusciu e cugghiennu quattru ficu ci li detti o re, dicennu: "A gran Signuri, picculu prisenti". Lu re, cuntentu pri lu gestu e picchì chistu vuleva diri ca era vulutu beni, ci arrijalavu na munita d'oro. N'àutru viddanu lu seppi e jncuta na cufanata china-china di ficu grossi e boni, si nni ivu a la règgia pri purtàriccilli o re " Si pri quattru ficu lu re detti na munita d'oru, cu sapi chi mi duna a mia ca ci nni portu na cufanata sana ..". Ma lu re capìu la vera ntinzioni rû viddanu e detti òrdini a li sò guardij di mpicicaricci ntô mussu a unu a unu tutti li ficu c'avìa purtatu. ''Menu mali ca foru ficu...'' , esclamò il contadino!".

Infine, se vi danno del sicofante, non fatevi spaventare dalla parola, ma fate piuttosto un rapido esamino di coscienza. I sicofanti (dal greco sukon, "fico", e phainein, "indicare, mostrare") nell'antichità erano coloro che denunciavano i furti di fichi dagli orti sacri. Per estensione, oggi il termine viene rivolto a chi si è comportato in modo particolarmente sleale.

 

Ingredienti per quattro vasetti:1 kg di fichi cui toglierete la buccia, 300 gr di zucchero, il succo di 1 limone.

 

Preparazione

Tagliate a pezzetti i fichi e versate circa 0,5 lt d'acqua in una pentola. Portate ad ebollizione assieme allo zucchero, in modo da ottenere uno sciroppo. Una volta che lo zucchero si è fuso, aggiungete i fichi ed il succo di limone, rimestate bene e cuocete fino a ottenere la densità desiderata (sono necessari almeno 20-30 minuti).

Versatela in barattoli di vetro sterilizzati a vapore e lasciate raffreddare.