Non avrei condiviso nemmeno un calice di vino con Cesare e Lucrezia

Non avrei per niente al mondo, condiviso un calice di vino con Cesare Borgia detto “Valentino” e la sorella Lucrezia, meno che mai con il Papa Alessandro VI. Vergognati N. Machiavelli! In nome del tuo concetto di utilitarismo in politica, caro Nicolò, avresti digerito rospi e capesante. Incesti, veleni ed avvelenamenti, congiure, depravazioni, devastazioni, terrorismo politico, usurpazioni e mille altre diavolerie, tutto questo sono stati i tuoi Borgia, per fare quadrato alla tua teoria spietata sulla “Ragion di Stato”.

Ti rendi conto, signor Machiavelli, che la tua spietata convinzione politica ha prodotto, nel suo consuntivo finale, solo odio, rancori, omicidi? Alessandro VI ha inesorabilmente infangato l’immagine di un Papa e di una chiesa mai al servizio delle comunità e sempre al servizio del potere. Nelle vesti di scrittore e uomo, io avrei scelto di essere “Merlino” e condividere in quel triste momento storico “Lancillotto e Ginevra”, una storia d’amore infinita, ma senza futuro. Ginevra si sposerà con Re Artù e Lancillotto sarà il più nobile cavaliere della Tavola Rotonda. Oggi nel 2019, a capo della Chiesa Cattolica c’è Papa Francesco Bergoglio, un campione degli umili, dei diseredati e della cultura degli ultimi. In Politica, navighiamo in un mare in grande tempesta! Sarà, mi auguro, la nuova Europa a restituire una briciola di serenità ai suoi stati membri ed ai cittadini della comunità europea; occorrerà mettere in freezer la Germania, la Francia ed i nuovi sovranisti senza rete. Io vivo a Monreale, estremo sud dell’Italia in gran tempesta e condivido volentieri calici di vino e di pace con i miei amici fraterni, con i politici locali che non sono figli di un “Papa”, ma di lavoratori integerrimi che hanno trasmesso ai loro figli, il piacere sublime dell’onestà e della famiglia. Di tanto in tanto, adoro ritornare “Mago Merlino” ed aiutare la mia città con il mio impegno sociale, civile e politico.

Sono super partes e tifo per il buon governo della mia “Polis” e del bene comune. Sto maturando una forte vocazione che unitamente alla scrittura, accarezzo da anni: Vorrei fondare a Monreale un nuovo ordine francescano e ritirarmi in preghiera presso un eremo vicino al vecchio Castellaccio monrealese. Lapalissianamente sarei sempre vicino a mia moglie, alla mia famiglia ed a tutti gli amici e le amiche che adoro; non indosserò un abito francescano, ma la mia fedelissima tuta sportiva. Vorrò soltanto pregare 12 ore al giorno il mio Gesù di Nazareth ed il Padre Celeste, per facilitare la vita a tutte le creature di questo nostro mondo alla frutta. Vorrei invecchiare scrivendo i miei libri e scongiurando le sofferenze della vecchiaia.
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