Chapeau ai mitici Goya e Bosch patrimonio della pittura universale

E’ mai possibile, mi chiedo spesso incazzatissimo, che in questa nostra povera patria non si riesca seriamente ad abbattere il muro dell’omertà intellettuale e dell’informazione in materie delicatissime quali la letteratura, la scienza e la storia dell’arte?

Non cito la Politica perché è sotto gli occhi di tutti l’orgia mondiale della plutocrazia, delle lobby finanziarie e dei nuovi regimi totalitari che pretendono il copyright assoluto del nostro pianeta morente. Tralascio la letteratura e la scienza che amo più della mia stessa vita ed apro il vulnus italiano in storia dell’arte. Mi chiedo con umilissima modestia di letterato e scrittore: E’ mai possibile che la storia dell’arte italiana e mondiale, sia soltanto una favoletta blues raccontata ed edulcorata dai soliti ignoti? Vittorio Sgarbi può continuare a triturare gli attributi, proponendo la sua esclusiva visione soggettiva dei grandi pittori che adora e poco m’importa! Ho avuto la fortuna di avere avuto dal 70 al 1974 presso l’Università degli Studi di Palermo (Facoltà di Lettere e Filosofia) un grande maestro che m’iniziò alla Storia dell’Arte senza frontiere, Maurizio Calvesi. La Storia dell’Arte è la storia più fantastica e spirituale della nostra vita, ripeteva sempre il mio Prof Calvesi e soleva sempre inculcarci un concetto base: Non confinate mai i grandi capolavori della pittura universale, in uno spazio territoriale o geografico perché l’arte non ha confini né frontiere. Nella mia vita ho amato centinaia di pittori italiani, europei, planetari!

Ero innamoratissimo di Caravaggio, Tiziano, Botticelli, Raffaello, Giorgione, Leonardo, Vincent van Gogh, Picasso, Monet, Ligabue, Morandi, Guttuso e tantissimi altri; debbo confessare altresì di essermi preso una cotta infinita per Francisco José de Goya e Geronimo Bosch che amo chiamare affettuosamente Geronimo, in ricordo del più famoso capo degli Apache, scrittore e combattente contro gli Stati Uniti d’America per 25 anni; Geronimo non tollerava l’espansione degli Americani a occidente. Goya nel 1770 si trasferì nella nostra Roma capitale, epicentro di quel classicismo che in buona sostanza rappresentava il modello di riferimento di tutta la cultura accademica del tempo. Mitica la tela di Goya su Annibale vincitore che rimira estasiato le Alpi Italiane. Bosch è un genio della pittura laica! Geronimo si scagliò per tutta la sua esistenza contro le regole imposte dalla morale religiosa e realizzò delle Tavole meravigliose sulla Passione di Cristo e la sua rivoluzione. Tutto sommato, Geronimo ed io ci rassomigliamo tanto!
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