Lasciateci leggere, scrivere, cantare, suonare: non facciamo male a nessuno

Siamo inondati dai nuovi spot pubblicitari di #Io leggo perché a favore della grande iniziativa nazionale che c’invita tutti a donare un libro a una scuola ed alle biblioteche scolastiche.

Grazie a questo nobile progetto, alla passione degli insegnanti, degli studenti ed editori, sono stati donati 600.000 libri alle biblioteche scolastiche italiane. Nel 1956 cominciai a leggere le mie prime favole, grazie alla biblioteca di mia madre Angelina che adorava Esopo, Fedro, La Fontaine, Meli, Orwell, Sciascia e Trilussa. Mia madre mi diceva sempre: “Sei un privilegiato perché queste meravigliose favole non le troveresti mai nella tua biblioteca scolastica. Io ringrazierò sempre tuo padre Gianni per averle acquistate ed omaggiate in regalo di nozze: Figlio mio, leggi tutte queste favole e quando avrai dubbi sul contenuto, chiedimi gli opportuni chiarimenti e te li darò; quando sarai adulto, amerei tanto che tu scrivessi le tue favole, frutto di fantasia, creatività ed immaginazione”.

Alla mia veneranda età, credo di avere esaudito il desiderio della mia mamma. Quanto al “Lasciateci Scrivere” penso che sia un dono carismatico l’arte ed il mestiere di scrivere, penso altresì che senza grandi maestri ed una scuola veramente formativa non si diventa né scrittori, né poeti. Quanto al Canto e alla capacità di suonare strumenti musicali, il percorso formativo è ancora più duro e faticoso; ci vuole talento, sacrificio, impegno inverosimile e costante (Quasi 12 ore al giorno). L’adorabile Francesco Chopin si esercitava 18 ore al giorno sul suo pianoforte e non a caso fu definito il “Poeta del Pianoforte” per la sua tecnica professionale senza uguali nella sua generazione. Nel terzo millennio io adoro Stefano Bollani, Chik Corea, Gaetano Veloso, Gabriele Mirabassi e il mio adorabile Paolo Conte. Quando sento il bisogno di farmi travolgere dal temperamento di Dio, ascolto Johan Sebastian Bach e giuro che riesco sempre a ricaricare le mie pile cerebrali e tornare grintoso sulla scena esistenziale della mia vita quotidiana. Non escluderei dal titolo del mio odierno articolo, un solenne “Lasciateci Recitare in Teatro e al Cinema”. Interpretare un personaggio in commedia, in una tragedia, in un ruolo cinematografico, implica un’alta statura professionale. Sarebbe un elenco lungo citare i grandi attori e le grandi attrici di cinema, teatro, musical, che ci hanno fatto sognare, ridere a crepapelle e meditare sul senso della nostra vita. Mi congedo citando il “Padre Nobile” del Teatro Italiano, il mitico ed insuperabile Carmelo Bene, una perla nell’oceano delle arti drammatiche.
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