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Il 31 dicembre del 1855 nasceva Giovanni Pascoli: il ricordo di un classicista ''moderno''

Per lui i grandi poeti latini erano maestri di vita e portatori di un messaggio etico importante

MONREALE, 31 dicembre – Ben 164 anni fa nasceva a San Mauro di Romagna il poeta e latinista italiano Giovanni Pascoli per il quale i grandi poeti latini erano maestri di vita e portatori di un messaggio etico importante.

L'amore per la famiglia, l’attaccamento reciproco tra madre e figlio, il ricordo del padre, l’affetto per le sorelle sono tutti aspetti biografici, come sa bene ogni attento lettore di Giovanni Pascoli, legati alla vita del poeta che egli traduce nei suoi versi in un mondo di sentimenti, ripercorrendo tale percorso esistenziale sia nei suoi aspetti positivi sia nelle situazioni tragiche di perdita e abbandono che provocano nell’uomo tristezza e profonda sofferenza.
Questi affetti nella visione della vita propria di Pascoli, però, non sono solo “moderni”, ma si qualificano assumendo un senso in quanto “antichi”, solo così si può dar voce per il poeta a quella angoscia che attanaglia l’umanità di fronte alle vicende cui la storia la sottopone, in quella scomposizione tra passato e presente di cui ci parla Vittorio Roda nei suoi studi pascoliani.

Se da un lato il riferimento al mondo classico assume l’aspetto di un ritorno al passato sotto il segno dei grandi maestri, all’interno della vena poetica classica pascoliana si nasconde però una nuova forza che ci permette di intravedere in Pascoli una moderna figura di intellettuale e poeta.
Insomma ci si trova di fronte ad una sperimentazione poetica che pone al centro sicuramente la volontà artistica di mettere alla prova l’alto grado di conoscenza del mondo classico e della letteratura classica da parte del poeta, ma dall’altro l’obiettivo principale diventa la capacità di rileggere le grandi vicende del passato come testimonianza di una eternità del dolore che prova sin dall’antichità gli uomini.

In tal senso, quindi, si può affermare che Pascoli superi completamente certe esperienze poetiche del suo tempo rivolte al senso puramente estetico dell’arte, per approdare ad una visione classica che si rinnova, dall’interno, attraverso la riscrittura dei grandi miti del passato alla luce del presente e, dall’esterno, mediante l’utilizzo di stilemi tipicamente alessandrini oppure, come nel caso dei Carmina, della lingua latina.
Da questo punto di vista si può ben capire come l’esperienza poetica di Pascoli si caratterizzi in modo del tutto originale nel panorama letterario italiano di fine Ottocento ed assuma un valore nuovo rispetto al classicismo imperante nell'Italia del secondo Ottocento e con cui lo stesso Pascoli si era confrontato alla scuola di Carducci.
Nella rappresentazione poetica dell'antichità, Giovanni Pascoli mette in gioco tutta la sua conoscenza del passato ed allo stesso tempo la sua stessa identità di uomo, dando prova della capacità di rileggere l'Antico alla luce della propria esistenza e rivelando, così come oggi vogliamo ricordare, lo spirito con cui ogni studioso del passato debba accostarsi ad esso.