Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori!

Scriveva Italo Calvino, uno tra i più grandi scrittori del novecento italiano: “Mi sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile.

Non si creda che questa mia reazione corrisponda a un’intolleranza per il prossimo; il fastidio maggiore lo provo sentendo parlare me stesso. Per questo cerco di parlare il meno possibile e se preferisco scrivere è perché scrivendo posso correggere ogni frase tante volte quanto è necessario per arrivare non dico a essere soddisfatto delle mie parole, ma almeno a eliminare le ragioni dell’insoddisfazione di cui posso rendermi conto”.
Come non condividere la genuina confessione di Calvino? Nella nostra routine quotidiana parliamo 16 ore al giorno al telefono, al citofono, per strada, nel posto di lavoro, al bar, al supermercato, in bagno, etc. Non smettiamo per un solo secondo di modulare il nostro linguaggio approssimativo, arrogante e spesso pretestuoso e non ci ascoltiamo quasi mai. Esperti di tutto, tuttologi al cubo, compensiamo un’oretta della nostra faticosa giornata, scrivendo un post sui social network. Miracolo per la razza umana, in pochi si scrive un libro e lo si pubblica! Capisco il telecronista sportivo che deve commentare in diretta una partita di calcio, di basket o altri sport! Mi metto nei panni dell’insegnante che deve tenere la sua lezione quotidiana e senza l’ausilio della sua voce dovremmo ricorrere alla mimica; in sintesi comprendo l’utilità estrema del linguaggio in tante professioni, ma non condivido la logorrea di questo terzo millennio.

Spesso, a furia di parlare a vanvera, si alzano enormi muri e steccati che lasciano fuori e sbigottiti gli astanti ed interlocutori dei nostri monologhi. Occorre moderazione, umiltà, sapere ascoltare e capire gli altri, godendo nell’imparare qualcosa per poi insegnarla a tanti altri amici. Non esiste, in questo pazzo mondo, diletto o piacere maggiore dell’imparare dalla saggezza altrui e comunicarla agli altri. Conversare insieme affabilmente, scavarci dentro, abbracciarci teneramente, riempie il cuore di una gioia immensa e non ci fa invecchiare. Alzare muri con i nostri monologhi è un danno incalcolabile e rovinoso. Pensate al “Muro di Berlino” costruito dai tedeschi per i loro monologhi nella geopolitica dei poteri forti! Pensate a tutti i muri ancora esistenti per pseudo ragioni di sicurezza. Sta vincendo il “Grande Fratello” grande occhio del mondo politico autoritario e sovranista. In America 470.000 telecamere controllano nelle maggiori città, i cittadini per le strade, negli aeroporti, nelle metropolitane, dappertutto. Copyright © By Salvino Caputo