Lettera alla mia Terra

Non temere terra mia che non sei mai stata mia come mia ti sento adesso che…tremi
perché ho fede che faranno ritorno gli sguardi d’intesa
e la speranza non più coperta da barriere sterili
Non temere

Perché sentiremo di nuovo il profumo di maggio
E le scroscianti risate nei cortili assolati di scuole aperte
So per certo che il colore della tua frutta
Dipingerà, orgogliosa, di nuovo il mondo
E il tepore del tuo sole
Ridarà colore alle nostre gote, scacciando il pallore della paura e del contagio
Cosicchè le biciclette ripercorreranno rumorose il corso
attraversando l’aria satura dell’odore di zucchero filato
mentre in silenzio, una cascata di glicini accesi ricoprirà le mura dell’abazia.
Da lontano il luccichio del mare, diventerà un sacro bagliore
e ti consacrerà antica perla del monte amato.
Non temere terra mia che non sei mai stata mia come mia ti sento adesso che…tremi.
La strada, rumorosa e bollente, ancora una volta ti farà regalo
dell’amore incondizionato del tuo Crocifisso
che, per la prima volta, sorriderà felice
E i tuoi iris traboccheranno di miele odoroso
E la crosta del tuo pane sarà di nuovo d’oro
Mentre tamburi vibreranno nell’aria
E balconi spalancati accoglieranno la vita che verrà
Vedrai, terra mia, uomini e donne abbracciarsi sereni
E rondini
E sorrisi
Oh si! Anche quelli faranno ritorno come figli che rimpatriano da antiche guerre
E riempiranno le nostre giornate e le nostre vite…
Terra mia che non sei mai stata mia come mia ti sento adesso che…tremi.
Sentirai di nuovo il fruscio leggero dei baci lunghi e carichi di promesse
avvolti da languidi e lenti sospiri
Non temere…
Dimenticherai il buio di queste notti senza luna
e i lamenti oltre i muri degli ospedali
Tra le mani dei tuoi figli non ci saranno più scettri ma spighe dorate
tra i capelli intrecciati, le ginestre odorose della tua San Martino
E tu… altera e benevola abbraccerai la tua progenie priva di “corona”
E sorriderai guardando il cielo
Terra mia…che non sei mai stata mia…come mia ti sento adesso.