Nel tributare un solenne ed austero omaggio e chapeau ad Ernest Hemingway, un colosso della narrativa mondiale del nostro eccezionale Novecento letterario, vorrei rielaborare il romanzo di Hemingway in chiave metaforica rispetto al nostro terzo millennio, dove la narrativa naviga in un mare in gran tempesta e si sta auto-prosciugando come i nostri ghiacciai, gli oceani, le foreste.
La campana continuerà a suonare sempre per donne, uomini e creature del nostro pianeta. E’ una campana stonata fuori dal pentagramma musicale e dalle note pure, assolate, armoniose delle nostre arpe, violoncelli, pianoforti e clavicembali. Nella giornata del 12 aprile 2020, la campana è tornata a suonare triste, rintocco su rintocco, per ricordarci la Resurrezione del nostro Gesù Redentore dell’umanità. Non è più la vecchia campana che ci apriva i cuori della solidarietà, dell’amore, della fede, della speranza in un mondo migliore. Siamo tutti in ginocchio, pallidi in viso ed impauriti a causa di questa pandemia virale che ha messo a nudo le nostre coscienze, i nostri egoismi ed amor proprio, come in una maratona del nichilismo più becero e senza prospettive.
Un tempo non lontano, la mitica campanella delle 11,30 annunziava la ricreazione scolastica ed era festa quotidiana nella nostra vecchia scuola, dove si sudava e ci si frantumava il cervello per arrivare a fine anno ed essere promossi al successivo anno scolastico. Adesso si vive sbandati, vuoi per precarietà imputabili alla politica scolastica, sanitaria, economica e finanziaria a 360 gradi, vuoi per la caduta libera di certi valori fondanti una Repubblica democratica, ostaggio di politiche mondiali capitaliste, vuoi per l’assoluta mancanza di un futuro certo o prospettiva di futuro per le nuove generazioni, vuoi perché è semplicemente diabolico assistere a questo film horror, dove la fedelissima ed equa campana non suonerà più per tutte le creature del nostro creato, in eguale misura.
Gesù è risorto per restituire al mondo intero, giustizia, pace, uguaglianza, fraternità, libertà. Gesù è risorto per condonare i peccati ed i debiti accumulati dagli Stati Sovranazionali in questi anni di egocentrismo e sfruttamento delle classi sociali deboli e disperate. Direbbe il candido Francesco Guccini: "Mi han detto che questa mia generazione non crede in ciò che spesso han mascherato con la fede. Nei miti eterni della Patria o dell’eroe, perché è venuto ormai il momento di negare tutto ciò che è falsità, una politica che è solo far carriera, un perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto e un Dio che è morto, nei campi di sterminio, Dio è morto, coi miti della razza Dio è morto, con gli odi di partito, Dio è morto". Penso che questa mia generazione è preparata per un mondo nuovo, per una rivolta senza armi. Se Dio muore è per tre giorni e poi risorge. In ciò che noi crediamo, Dio è risorto. Nel mondo che faremo, Dio è risorto. Mi associo a Guccini obtorto collo, ma adoro Gesù ed il Padre Celeste fin da piccolissimo. Penso che in fondo al tunnel, c’è la luce di Dio.
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