Ed allora sono perché tu sei e per amore siamo sarò sarai saremo

Vi chiederete se sono in stato confusionale o cerco di provocare i miei lettori per intercettare la verità criptata in questo sonetto? Mentre codifico questo mio articolo sono in sublime atarassia e serenità, malgrado le tre di questa notte malinconica del 15 Novembre 2020.

Perché ho esordito con un titolo che dilata il cuore, la fantasia e la prospettiva della nostra vita? Non ho voluto sfiorare assolutamente la becera e classica provocazione intellettuale, ho voluto umilmente omaggiare uno tra i più grandi poeti del novecento letterario della letteratura latino-americana. Sto omaggiando Pablo Neruda, poeta, diplomatico e politico cileno nato il 12 luglio del 1904 e deceduto nel 1973. Pablo Neruda è stato riconosciuto unanimemente dalla critica letteraria mondiale, il più grande poeta del Ventesimo Secolo, insignito nel 1971 del Premio Nobel per la Letteratura. Sostenne con stima ed entusiasmo la candidatura di Salvatore Allende a Presidente del Cile. Pablo Neruda sarà sempre vivo nei miei ricordi di poeta che adora Antonio Veneziano e le sue sublimi ottave.

Sconfinare da Monreale a Santiago è consentito ai poeti piccoli e grandi ed a tutti i cittadini liberi che amano la poesia. Sono convinto che Pablo Neruda morì in un ospedale di Santiago nel 1973 per il dolore provocato dal golpe del generale Augusto Pinochet. Nel 2013 la salma di Neruda fu sottoposta ad autopsia dal Giudice Mario Carroza e si scatenò un parapiglia politico che coinvolse anche la CIA. Sembra, dalle indagini tossicologiche, che lo stato di salute precaria di Neruda abbia subìto un’accelerazione improvvisa, a causa di un’iniezione letale.
Tralasciamo i particolari della morte di Neruda e parliamo del suo sonetto che ho riportato nel titolo dell’articolo. Nel 1970 dopo le mitiche battaglie per il diritto allo studio ed il ridimensionamento dei beceri poteri dei Baroni universitari, amavo cantare con l’accompagnamento della mia chitarra, una canzone del grande Claudio Lolli: Ti ammazzeranno Baradel, Pablo Neruda in classe muore! Sui banchi delle nostre scuole superiori e nella didattica a distanza, Neruda sarà il grande assente. Ed allora, scriveva Pablo: Sono, perché tu sei, ed allora sono, sei, siamo, e per amore sarò, sarai, saremo.
A mio parere, saremo un popolo che deve stare unito ed amare fraternamente il proprio fratello, al di là del colore della pelle. Saremo un popolo che si ribellerà a tutte le dittature ed i soprusi dei tiranni e delle oligarchie finanziare e lobbiste, per promuovere solo la pace, la fraternità, l’amore universale.

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