Monsignor Di Cristina: "Torno ai miei studi, di certo non mi annoierò"

VIDEO intervista all'Arcivescovo di Monreale 

MONREALE, 14 aprile - Venerdì prossimo si congederà dalla Chiesa monrealese, con una solenne celebrazione che certamente raccoglierà un popolo di fedeli. Poi cederà la mano al suo successore, monsignor Michele Pennisi, che il 26 aprile si insedierà alla guida della diocesi.

Sono giorni intensi quelli di monsignor Salvatore Di Cristina, da sei anni e mezzo arcivescovo di Monreale, succeduto a Cataldo Naro, dopo la scomparsa di quest'ultimo. Tempo di bilanci, quindi, per il presule, che per sopraggiunti limiti di età lascia il Palazzo Arcivescovile.

Monsignor Di Cristina lascia la guida, come detto, a Michele Pennisi, attuale arcivescovo di Piazza Armerina, che nel frattempo si congederà dalla chiesa ennese, prima di insediarsi a Monreale nel corso di una cerimonia solenne, alla quale sin da ora hanno garantito la loro presenza decine di personalità. In questi giorni sono stati i tanti i messaggi di auguri che sono arrivati al vescovo, giunti da gente che ha voluto manifestargli la propria gratitudine e che ha voluto salutarlo. Monsignor Di Cristina afferma di voler tornare alla sua passione: gli studi sulla storia dei padri della Chiesa. "Ma ho tanti sogni nel cassetto - dice l'arcivescovo, di certo non mi annoierò e saprò come impiegare il mio tempo".

Di questi sei anni e mezzo gli piace portare nel cuore alcuni momenti. "Soprattutto quelli condivisi con la gente - racconta il presule - ed in particolar modo quelli vissuti con i bambini delle scuole" che proprio in questi giorni sono andati a trovarlo a Palazzo Arcivescovile per salutarlo.

Parlando del suo mandato Di Cristina tiene a sottolineare come questo sia stato condotto "nel segno della continuità sulla strada tracciata da monsignor Naro. Lo si può riscontrare andando a leggere le carte. La diocesi di Monreale ha tanti problemi perchè è una diocesi molto vasta e diversificata. Adesso arriverà monsignor Michele Pennisi, al quale mi lega un forte sentimento di stima. Fra me e lui c'è un'ottima intesa. Eravamo pure colleghi di commissione all'interno della Conferenza episcopale. E' una persona dinamica e pratica, che sicuramente saprà cosa fare. Se devo dargli un consiglio, gli dico di avere tanta pazienza e di dedicare il più tempo possibile alla diocesi".