I valori familiari siano percepiti dai giovani come attraenti, che ripagano dai sacrifici

"Il problema non sono i giovani, ma gli adulti incapaci di trasmetterli"

MONREALE, 12 agosto - "È importante che i valori familiari siano percepiti come beni umani attraenti che ripagano di fatiche e sacrifici. Per questo è importante che gli adulti mostrino ai propri figli testimonianze di vita davvero credibili".

E' questo, in sintesi, il cuore del messaggio che monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale lancia attraverso un'intervista al quotidiano della Cei, "Avvenire", pubblicata ieri in un articolo a firma di Alessandra Turrisi.

Nel corso dell'intervista, monsignor Pennisi si sofferma sul problema dell'educazione, presentandola come vera "emergenza", sottolineando come "Il problema non siano i giovani, ma gli adulti incapaci di trasmettere una testimonianza credibile di vita. È importante sostenere la funzione educativa in famiglia, dove si imparano a sviluppare relazioni gratuite. La politica rispetti la libertà educativa delle famiglie attenta al bene comune".

"La sensazione - dice ancora l'arcivescovo di Monreale - è che da molte tribune si predichi solo l'interesse individuale e il nichilismo. I valori non producono cambiamento, se non sono accompagnati dall'esperienza. Oggi anche nella Chiesa l'esperienza o manca o, se c'è, non è sufficientemente diffusa e condivisa, per cui basta un programma spazzatura in televisione per produrre conseguenze nell'educazione che ci vogliono mesi per essere colmate. Con questi valori avariati non si va lontano. Il Signore, in modo imprevisto e imprevedibile, ci ha dato papa Francesco. Cominciamo col seguire lui. Aiutiamoci a guardare di più nel cuore degli uomini, e magari di meno qualche spettacolo televisivo".

Su un aspetto sociale, sempre più importante, quello dei modelli alternativi alla famiglia fondata sull'unione tra un uomo e una donna testimoniato dall'istituzione sempre più frequente dei registri delle unioni civili, Pennisi afferma: "La Chiesa deve farsi carico di seguire con grande disponibilità dal punto di vista pastorale anche le forme di convivenza diverse da quelle che scaturiscono dal matrimonio".