Al "Carmine" arrivano le suore della Vergine di Matarà, svolgeranno una missione sociale nel rione

Stasera il benvenuto. Per loro anche un compito in Cattedrale. LE FOTO

MONREALE, 1 marzo – Attività di evangelizzazione, di assistenza ai malati e ai poveri e di catechesi, ma anche un valido supporto ai pellegrini che arriveranno a Monreale per visitare il duomo. Sarà incentrata essenzialmente su queste linee l’opera delle suore delle “Serve del Signore e della Vergine di Matarà”.

La cerimonia di benvenuto si è svolta stasera nella chiesa del Carmine, che sarà il loro “quartier generale”, con una celebrazione liturgica presieduta dall’arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi. A portare il saluto da tutta la comunità monrealese alle religiose, che hanno in animo di svolgere un ruolo sociale importante nel rione del Carmine, c’erano pure il sindaco, Piero Capizzi, il comandante della Stazione dei carabinieri, maresciallo aiutante Gianluca De Venuto ed il parroco della Cattedrale, sotto la cui giurisdizione ricade la chiesa del Carmine, don Nicola Gaglio.

Tre suore, provenienti da diversi angoli del mondo, saranno affiancate da un gruppo di novizie, per un totale di una ventina di religiose. Il gruppo sarà guidato da Madre Eleusa, ucraina di 28 anni, che dopo diverse esperienze di evangelizzazione, svolgerà a Monreale il suo mandato missionario.

Staranno vicine ai malati, daranno una mano alle attività catechistiche, cercheranno di portare conforto ed una parola buona ai residenti. Ma per le suore della Vergine di Matarà, che conta circa 1.500 unità in tutto il mondo si prospetta pure un compito importante. Sfruttando la conoscenza di diverse lingue del mondo, dopo una breve ma efficace formazione che sarà svolta da don Gaglio, accompagneranno i pellegrini e i gruppi parrocchiali che giungono a Monreale a visitare il duomo. Importante pure il ruolo che avranno nella chiesa di “Santa Maria della Catena” di Tre Canali, che necessita della presenza di qualcuno che ne garantisca l’apertura.

“La presenza delle suore in questo quartiere – afferma monsignor Pennisi – è molto importante. E’ un segno di speranza per la comunità che le vedrà impegnate per l’evangelizzazione della cultura. La croce che portano sul petto rappresenta certamente un programma di vita”.

“La loro presenza – gli fa eco don Nicola Gaglio – avrà certamente una valenza sociale. Sarà una presenza gioiosa e noi sapremo aprire le braccia per accoglierle”.

Al termine della celebrazione liturgica le suore hanno voluto salutare i fedeli del rione con una festicciola nel salone parrocchiale, durante la quale hanno intonato canti e balli etnici, provenienti da diverse zone del mondo.