Cinquecento persone hanno partecipato alla Via Crucis cittadina

Il corteo si è snodato da piazza Basile fino in Cattedrale. LE FOTO

MONREALE, 4 aprile - Erano circa cinquecento i fedeli che ieri sera hanno preso parte alla Via Crucis cittadina, organizzata dalle parrocchie di Monreale.Un lungo cammino da piazza Emanuele Basile, fino in Cattedrale, sotto la guida dell'arcivescovo, monsignor Michele Pennisi.

L'iniziativa interparrocchiale si è svolta in una serata accettabile dal punto di vista meteorologico, alla presenza di una folla composta che ha coperto l'itinerario, seguendo in silenzio le quattordici stazioni in programma e rispondendo con viva partecipazione alle preghiere proposte lungo il cammino.

La manifestazione, complice anche l'ora non particolarmente densa di traffico, si è svolta nel migliore dei modi, beneficiando del servizio d'ordine predisposto dalla Polizia Municipale, dall'Arma dei carabinieri e dai volontari delle parrocchie cittadine.

In una cattedrale gremita, quindi, è avvenuto un momento di raccoglimento, con le meditazioni proposte da monsignor Pennisi. Nel suo discorso, l'arcivescovo ha parlato del "buio dell'egoismo, sul quale prevale la luce dell'amore di Gesù, le cui braccia sulla croce sono protese ad accogliere tutti".

"Dobbiamo decidere come partecipare al sacrificio di Cristo - ha aggiunto monsignor Pennisi - se da Cireneo, che lo aiutò a portare la croce, o dalle donne in lacrime, da centurione romano che si convertì o da Maria, madre silenziosa sotto la croce. Dobbiamo decidere se essere Giuda che lo tradì, Pietro che lo rinnegò o Pilato che se ne lavò le mani, così come fa ancora oggi il potere nei confronti della persecuzione dei Cristiani.

La passione di Cristo - ha detto ancora l'arcivescovo - è un messaggio sempre attuale e lo troviamo nelle vittime della guerra o del terrorismo, nelle violenze sui bambini o in quella che ha portato all'uccisione di 147 persone in Kenya. Troviamo la passione di Cristo nei malati, negli stranieri che non vengono accolti, nei disoccupati, negli emarginati. Oggi non siamo qui per commemorare un morto, ma per professare la nostra fede: la Via Crucis, che si trasforma in Via Lucis, la via della Croce in Via della Luce".