Monsignor Giovanni Bacile “Venerabile”, a Bisacquino c’è ancora emozione

Partecipatissima la cerimonia di proclamazione di un mese fa. LE FOTO

BISACQUINO, 15 luglio - A distanza di poco meno di un mese rimane ancora vivo nella mente di ciascuno di noi il ricordo di una giornata veramente indimenticabile. La presenza del Cardinale Amato, dell’arcivescovo di Monreale Monsignor Pennisi, di tantissimi sacerdoti convenuti per un evento storico assai significativo, la proclamazione ufficiale della venerabilità di Monsignor Giovanni Bacile, ha reso veramente solenne il momento che la Provvidenza ci ha dato di vivere.

Questa bella notizia era stata data il 3 febbraio scorso quando il Papa, dopo avere ascoltato la relazione del Cardinale Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause di Santi, ha dato facoltà allo stesso di rendere di diritto pubblico il decreto della Venerabilità perché “ costa delle virtù teologali della fede, Speranza e Carità sia verso Dio sia verso il prossimo, e delle virtù cardinali della Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza e delle virtù annesse, vissute in grado eroico dal servo di Dio Mons. Giovanni Bacile, Decano Arciprete di Bisacquino”. (dal decreto della Congregazione della Cause dei Santi).

Il Decano Bacile, un parroco pio, che profuse tutto il suo zelo per trasformare il proprio cammino e le coscienze dei suoi fedeli in una vita autenticamente eucaristica. Egli nella semplicità della vita quotidiana sentì viva la paternità di Dio che amava intensamente e questo amore per il Signore lo manifestò in maniera particolare verso i poveri nei quali vedeva l’icona di Cristo. Mostrò una grande attitudine per il ministero della parola e ad esso fu fedele utilizzando ogni mezzo per annunziare il Vangelo. Con incessante disponibilità si dedicò ad amministrare il sacramento della Riconciliazione. Inoltre fu un autentico cantore della presenza reale di Gesù nell’Eucaristia e filialmente devoto della Vergine SS. del Balzo. La sua porta era sempre aperta a tutti. Fu molto vicino ai poveri e agli ammalati. Un parroco alla portata di tutti, ricchi e poveri, vicini e lontani, disponibile 24 ore su 24 ore a tutti coloro che chiedevano di parlargli per un consiglio, per una urgenza spirituale o materiale.

Ci spieghiamo così l’enorme folla di fedeli che ha visitato la salma non appena si era sparsa la notizia della sua morte, gli elogi funebri di ben cinque oratori davanti all’oratorio del SS.mo sacramento nel Sagrato della Chiesa Madre, il corteo interminabile che ha accompagnato il feretro al cimitero La cronaca del tempo e le foto del funerale ce ne danno ampia testimonianza.

Ci spieghiamo così quanto di solenne avvenne in quel 19 agosto del 1956 quando le sue spoglie mortali, accompagnate da un lunghissimo corteo, sono state traslate dal Cimitero in Chiesa madre: anche allora una folla immensa ha riempito letteralmente la Piazza Triona. Il discorso ufficiale“ Quasi un Angelo ”di Monsignor Giuseppe Petralia, suo fedele discepolo, divenuto poi Vescovo di Agrigento, ha messo in evidenza lo spessore umano, sacerdotale e culturale del parroco Bacile  e i discorsi del Sindaco, avvocato Giammancheri, di monsignor Salvatore Pizzitola, bisacquinese, ch’era stato suo vice parroco, del Decano don Calogero Di Vincenti, promotore dell’iniziativa, anch’egli discepolo del defunto Decano hanno arricchito di particolari inediti la figura di Mons. Giovanni Bacile. Da allora il sarcofago del Decano Bacile, posto nella cappella della Madonna di Lourdes in Chiesa Madre, è divenuto meta di continui pellegrinaggi sia dei Bisacquinesi sia di fedeli di altri paesi.

La Concelebrazione del 17 giugno scorso, presieduta dal Prefetto della Congregazione, in cui lo stesso cardinale Amato ha proclamato solennemente il decreto di Venerabilità di Monsigor Giovanni Bacile davanti ad una folla che riempiva in ogni angolo la vasta Chiesa madre, ha realizzato il sogno dei tanti devoti che aspettavano con tanto affetto questo momento, una tappa fondamentale perché la Causa di beatificazione potesse continuare per l’esame del miracolo ottenuto da Pietro Cammarata nell’ormai lontano 1993.

Proponiamo le foto della cerimonia solenne