Domani la festa del SS.Crocifisso a Bisacquino, rinviata per il maltempo

Presentiamo una festa ancora sentita, ricca di devozione e tradizione. LE FOTO delle edizioni passate

BISACQUINO, 9 maggio – Si svolgerà domani la processione del SS.Crocifisso, che si sarebbe dovuta tenere lo scorso 3 maggio, come a Monreale, ma che, per motivi meteorologici non ha potuto aver luogo. Domani, quindi, Bisacquino avrà modo di tributare la propria devozione al Crocifisso, tradizione molto diffusa in molti centri dell'Arcidiocesi, tra questi: Monreale, Bisacquino, Montelepre, Carini, Giuliana, Chiusa Sclafani.

Anche a Bisacquino, la festa del SS. Crocifisso è preceduta da Tridui, ottavari, novene predicati, che hanno lo scopo di preparare i fedeli a una degna celebrazione. Un apposito comitato prepara il programma e si mette in giro per raccogliere i fondi necessari alla realizzazione della festa.
A Bisacquino, ogni anno per il 3 maggio, anche se non vi sono particolari iniziative, come a Monreale e a Carini, che in genere servono a creare un clima di festa,la costituzione dei vari gruppi che porteranno a spalla i simulacri dei santi basta ad accendere di entusiasmo bambini,giovani e adul­ti che si danno da fare per la migliore riuscita della precessione.
Alcuni giorni prima del 3 maggio fervono i preparativi in tutte le chiese del paese: si revisionano gli sgabelli, le aste (le castagnole), trespoli e le forcelle che serviranno durante la processione per far riposare coloro che portano le statue dei santi, le torce di legno che dovranno sostenere i globi di vetro con la fiammella,i nastri multicolori che, legati alla raggiera penderanno sulle spalle dei vari santi e i fiori che adorneranno il fercolo.
La mattina la festa si svolge prevalentemente nella Chiesa Madre dove alle messe che vi si celebrano molti fedeli, specie quelli che impegnati nei 1avori agricoli non hanno avuto 1'opportunit àdi adempiere al Precetto pasquale, si accostano a ricevere l'Eucarestia.
Per antica tradizione il giorno del tre maggio i figliocci si ricordano dei loro padrimi e li avvicinano volentieri per dare loro un ossequio e ricevere in regalo una manciata di soldi per l'acquisto della "calia" e della "cubaita " lieti di potersi vantare, in gara e con i coetanei, di quanto hanno avuto in dono.
Nel pomeriggio la festa comincia nelle Chiese dei vari quartieri dalle quali i "santi"' vengono portati in piazza,preceduti dalle confraternite,accompagnati dalla banda musicale e seguiti da gruppi di fedeli devoti.
Ogni Santo man mano che arriva,entra in Matrice, con un inchino rende omaggio al Crocifisso e subito prende posto i piazza in at­tesa di sfilare in processione.
Per antica tradizione sostano in chiesa, dopo il saluto, la Madonna del Cuore, San Francesco d'Assisi, Sant'Antonio di Padova e S.Francesco di Paola.

Tutta la piazza, gremita di gente, con le statue di Santi pronte per sfilare in Processione tra il festoso suono delle campane attende l'uscita della "Vara" del Crocifisso dalla Matrice.
Guidata da un responsabile con in mano un campanello il cui suono ne regola il procedere ed il sostare, la "Vara" portata a spalla da una quarantina di uomini avanza verso la porta centrale. Qui avviene una delicata manovra, particolarmente difficile per coloro portano la Vara poiché questa, data la sua altezza di sei metri, non può uscire dalla chiesa se non radendo il limitare. Bisogna perciò che dalle spalle passi alle mani di coloro che la portano, il che non avviene senza una grande trepidazione di quanti nel sagrato, nella piazza e dai balconi circostanti guardano alla manovra col fiato sospeso. Appena fuori dalla porta la "Vara" viene salutata dalla scrosciante applauso e da grida di evviva.
Intanto i santi hanno cominciato a sfilare. Sono in tutto trentadue e provengono dalle diverse chiese o dalle cappelle del paese.
Questa festa è la più antica, anzi fino al 1904 era anche la più solenne. Da un foglio della fine del '800, ritrovato in archivio dall'allora decano don Pasqualino Bacile, si ha notizia di un ordine con il quale sfilavano i santi che facevano corona al SS. Crocifisso. Pensiamo abbia avuto inizio appena costruita la Vara" dal nostro concittadino falegname Giuseppe Bellacera nel 1792 anche se deve dire che la devozione al SS.Crocifisso ha radici più lontane ed e' cresciuta insieme alla devozione alla Eucaristia e alla Madonna del Balzo che sempre hanno contrassegnato la religiosità' sincera dei bisacquinesi.
Le dimensioni della "Vara" e della Cappella entro la quale essa e' collocata sono straordinarie.Nella sommità'della cappella il grande scultore palermitano Giacomo Serpotta ha realizzato 1' Eterno Padre fra puttini alati e nei lati i quattro Evangelisti: Dio Padre che accoglie il sa­crificio del Figlio e i quattro Evangelisti che hanno messo in eviden­za, ognuno nel proprio vangelo,l'amore di Cristo che con la sua morte in croce salva gli uomini dai loro peccati.
La festa del tre maggio fino a non molti anni fa' veniva preparata con un solenne ottavario predicato. Interrotta a causa del terremoto del 1968 è stata ripristinata in seguito alla riapertura della Matrice avvenuta il 1 maggio 1980.
Anche se all'occhio del profano può' apparire solo una festa folkloristica,essa conserva un aspetto profondamente religioso e manifesta in modo evidente la devozione dei Bisacquinesi al SS.mo Crocifisso.
Certamente il ritrovamento della Santa Croce ha suscitato nella Chiesa grandissima gioia. Il ritrovamento del legno su cui fu appeso Cristo,la nostra salvezza,non poteva non far esultare il popolo di Dio a cui senza dubbio si uniscono le schiere degli Angeli e dei Santi in cielo. Questi, grazie alla morte in croce del Cristo,hanno ottenuto la salvezza e sono stati ammessi alla visione beatifica della Trinità Santissima. Questa esultanza hanno voluto evidenziare i nostri padri i quali alla processione del SS.Crocifisso hanno voluto che parte­cipassero anche le statue dei santi che sono maggiormente venerati nelle chiese del nostro paese.
Ed e' molto significativo che,prima che sfili la processione,il simulacro di ogni santo venga accompagnato in Matrice per rendere omaggio ('u salutu) al Cristo crocifisso che troneggia dall'alto della Vara.Il gesto altro non vuoi dire se non il riconoscere che la santità di ogni cittadino celeste è frutto della morte di quel Gesù' che per obbedienza al Padre accetto' il supremo sacrificio della vita in remissione dei peccati di tutti gli uomini. Ed e' la Chiesa Madre,si direbbe la nuova Gerusalemme celeste, che spalanca le sue porte per accogliere i simulacri di tutti i santi che verranno portati in pro­cessione. Li accoglie e li presenta ai figli ancora pellegrini sulla terra. Essi sono coloro che "sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello.2 (Ap.9,14). La processione,imponente per la partecipazione di popolo e per la schiera numerosissima di statue di Santi, ha inizio fra lo scampanio festoso delle campane della Chiesa Madre e delle Chiese del paese.
Precedono la Vara del Crocifisso i simulacri dei diversi Santi.

* Arciprete di Bisacquino