E' stata la vittoria di tutti

MONREALE, 3 luglio – A spendere una parola a favore della candidatura del percorso arabo-normanno, affinchè entrasse nel patrimonio Unesco, sono state ben 18 delegazioni straniere sulle 21 ammesse alla cerimonia di proclamazione.

Segno evidente di una grande ed ampia condivisione del progetto sapientemente condotto in questi anni dalla fondazione Unesco Sicilia. Perché se Paesi come la Colombia, il Qatar, l’Algeria, il Giappone o l’India al consesso di Bonn hanno ritenuto opportuno dire di sì all’inclusione del duomo di Monreale nel patrimonio dell’umanità, esaltandone le bellezze artistiche ed architettoniche, vuol dire che il prestigio mondiale del nostro monumento più famoso ha raggiunto i quattro angoli del mondo. Come dire: il grande vincitore di oggi, come qualcuno ha scritto su Facebook tra il serio e il faceto, è il re normanno Guglielmo II. A lui, a più di otto secoli di distanza, noi monrealesi dobbiamo ancora dire grazie.

Guglielmo, però, non ce ne vorrà, se diciamo che a Bonn la vittoria è stata quella di tutti: dei monumenti in primis, della nostra storia e della nostra cultura, così come di ciascuno che, secondo il proprio ruolo, ha speso anche un grammo di energia per arrivare a questo traguardo. E’ stata la vittoria di Monreale, così come di Palermo e di Cefalù.

Adesso che l'iscrizione del nostro duomo nella World Heritage List è diventata cosa fatta, però, è auspicabile che sia anche e soprattutto la vittoria dei monrealesi, perché dal risultato di Bonn possano trarre davvero dei benefici: in termini di prestigio, di vivibilità, di rilancio della cultura e, perché no, anche in termini economici.

Non crediamo di esagerare se diciamo che il prossimo obiettivo, anzi per usare una parola cara alla Commissione Unesco, la prossima prescrizione debba essere: "Che quello di oggi sia un punto di partenza".

Perchè se è vero che far parte del patrimonio mondiale dell'umanità è un traguardo di proporzioni storiche, è pur vero che il difficile comincia oggi. Da oggi gli occhi del mondo su Monreale saranno decuplicati. Da oggi occorrerà lavorare tutti assieme perché il pronunciamento di Bonn non sia il momento di gloria di un giorno, ma l’avvio di una rinascita di Monreale. Perché Monreale sia degna del prestigio che oggi tutto il mondo ha riconosciuto al suo duomo.

Nessuno, però, si illuda che tutto ciò sia materia e competenza esclusiva dell’amministrazione comunale o della politica in generale, cui, peraltro, andrà il difficile compito di dare le direttive e di guidare un progetto di risveglio culturale ed economico quanto mai ambizioso.

Dimostrare al mondo che Monreale merita di stare sulla ribalta internazionale senza doversi vergognare è un compito che appartiene a ciascuno di noi. La rivoluzione culturale che parte da Bonn deve raggiungere il soggiorno, il salotto o la cucina di tutte le nostre abitazioni. “Bucare”, come si dice in gergo giornalistico, un appuntamento così importante con la storia sarebbe un delitto del quale non dobbiamo macchiarci.