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La sicurezza in Europa…ne vogliamo parlare?

| Totò Caltagirone | L'opinione

fumetto di Totò Caltagirone

Come dice Alfano: “Il terrorismo è veloce, l’Europa spesso è lenta”

Non solo ne vogliamo, ma ne dobbiamo parlare. E’ arrivato il momento che ognuno di noi sappia come stanno le cose in questa terra d’Europa presa di mira e d’assalto dai fondamentalisti islamici. Abbiamo il diritto e il dovere di sapere come l’Europa vuole affrontare e vincere questa sfida.

Si può anche non essere d’accordo sulle posizioni politiche, ma questa volta il Ministro Alfano ha enunciato una verità durante la riunione straordinaria dei ministri della Giustizia e dell’Interno dei paesi UE, subito dopo gli attentati di Bruxelles: “Il terrorismo è veloce, l’Europa spesso è lenta. Allora noi dobbiamo dare quel di più di velocità all’Europa per poter fronteggiare le minacce che hanno il ritmo di un crimine globale”.

E fin qui tutto perfetto. Ma come fare? Cosa fare? Con chi farlo? Se ormai la questione è diventata marcatamente europea, è l’Europa che se ne deve occupare, perché diciamocelo chiaramente, non è solo fronteggiando chi arriva che si risolve la questione, ormai la partita è soprattutto interna ad ogni Stato, perché è lì dentro ogni Stato che si annidano cellule terroristiche costituite da militanti che in quei posti sono nati, sono cresciuti e vivono spesso indisturbati per poi improvvisamente fare “esplodere”, senza tanti ostacoli, il loro radicalismo.

E’ arrivata l’ora, quindi, che l’Europa faccia l’Europa, così come l’ha fatto nel bene o nel male con la moneta unica lo faccia adesso nella lotta al terrorismo. I buoni propositi scaturiti negli Accordi di Helsinki del 1975 sono rimasti, solo, buoni propositi e gli stati, un po’ gelosi della propria capacità interna, hanno conservato la loro sovranità in materia di sicurezza e i loro standard organizzativi senza quasi mai metterli a fattor comune. I risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti. Qualcuno dirà: ma esiste l’Europol e l’Eurojust due organismi europei che hanno o meglio dovrebbero avere il compito di assistere e coordinare le autorità nazionali nel contrasto alle forme gravi di criminalità organizzata! E qui l’altro problema.

Le due realtà svolgono, oggi, un ruolo di supporto agli Stati membri dell’Unione europea, di assistenza per le indagini e di coordinamento ma se non funziona la circolazione delle informazioni, se non funziona una banca dati dei movimenti di ingresso dei soggetti a rischio nei vari stati dell’Unione, nonché il monitoraggio degli eventuali spostamenti, l’attività di coordinamento diventa evanescente e il pericolo per i cittadini aumenta considerevolmente. Intuiamo tutti il perché delle difficoltà che ci sono nel predisporre una Direttiva Europea Antiterrorismo. Capiamo che non è facile mettere insieme, in un unico documento le diverse idee dei vari Stati sulla repressione ma un’accelerata bisogna pur darla, e velocemente anche, in rispetto ed in ossequio alle tante vittime innocenti che hanno pagato un prezzo troppo alto alla lentezza e all’incapacità dei propri “stati….sovrani”.

 

  

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 3 aprile – L’ingresso del sindaco Alberto Arcidiacono in Forza Italia, con tanto di comunicato stampa corredato di foto, mossa che mancava solo del crisma dell’ufficialità, segna un preciso spartiacque nella politica recente della nostra cittadina.

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