Verso una nuova Europa dei Popoli

fumetto di Mimmo Mirto

Dopo la fine della II° guerra mondiale, alcuni uomini, che durante la guerra avevano combattuto contro i regimi dittatoriali, si sforzarono di superare gli odi e i nazionalismi e posero le basi per una pace duratura.

Fra il 1945 e il 1950 diversi statisti illuminati ispirarono la creazione dell’ Unione Europea. Senza il loro impegno, la loro saggezza politica, la loro lungimiranza, tutti noi non vivremmo nella zona di pace e di stabilità, che oggi diamo per scontata. I genitori della nostra Europa furono un gruppo eterogeneo di persone, accomunati dagli stessi ideali: la pace, l’unità, e la prosperità dell’Europa. Tra questi politici vorrei ricordare Adenauer, Churchill, Alcide De Gasperi e successivamente Altiero Spinelli.


Negli anni Cinquanta sei Paesi Europei si unirono tra di loro per garantire una pace duratura: Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi. Nei decenni successivi altri Paesi decisero di aderire a questo progetto sino ad arrivare al gruppo di oggi.
La crisi finanziaria del 2008 ha determinato una notevole flessione economica anche nei Paesi UE. Però, la condivisione di una moneta unica ha permesso di proteggere la zona da speculazioni finanziarie e svalutazioni. La grande sfida odierna e per gli anni futuri sarà quella di fare fronte comune dinanzi alle crisi globali e trovare un modo per uscire dalla recessione, avviando una crescita sostenibile.
Il 26 maggio voteremo per il rinnovo del Parlamento Europeo. Pensando ai sacrifici, agli sforzi che hanno preceduto la nascita dell’Unione, sembra impensabile che possano oggi esistere ideologie politiche sovraniste, che possono portare all’esasperazione i reciproci nazionalismi e che storicamente hanno anticipato pericolose retromarce politiche e sociali. Di fronte a questi pericoli, una forte reazione deve arrivare da noi cittadini, votando e sollecitando una larga partecipazione al voto. Tutti quanti abbiamo assistito alla crescita attorno a noi di pace, stabilità, libertà: ma sono conquiste che vanno difese quotidianamente.
Affiorano pericolosamente atteggiamenti di intolleranza, di aggressività, di chiusura ai bisogni ed alle fragilità degli altri. E’ bene che questi fenomeni vengano frenati da subito. Certe manifestazioni di intolleranza, di razzismo, di antisemitismo, certi rigurgiti di fascismo e/o nazismo vanno soffocati sul nascere, altrimenti si rischia l’indifferenza, si rischia che il cittadino si abitui a certi linguaggi, a certe manifestazioni di violenza. Per di più, c’è uno strisciante tentativo politico di censurare, di zittire. La reazione sana deve scattare da noi cittadini.
Trascurare la storia, il passato, alla luce del presente frenetico e disordinato, che riempie la mente dei cittadini, è pericoloso. La conoscenza del passato ha come conseguenza la capacità di proiettarsi nel futuro in maniera sana.


Faccio un appello al voto, va scongiurato l’astensionismo. Non c’è alternativa all’Europa Unita. Ma l’Europa va rivista, deve recuperare l’attenzione alle persone ed ai loro bisogni. L’Europa così strutturata ha generato molti malcontenti, molte sofferenze mentali e fisiche, senso di esclusione, crollo delle aspettative, regresso economico, depressione intellettuale, rabbia diffusa. La minaccia dei populisti deve invitarci a cambiare rotta e giungere a una sicurezza collettiva. Gli eccessi della tecnocrazia sono responsabili di questo declino.
E’ più che mai necessario ed urgente che l’Europa torni ad essere l’Europa dei popoli e non più l’Europa dei burocrati, dei tecnocrati, della finanza, delle strette regole di bilancio che creano asfissia, anziché sviluppo. Non è più pensabile una Europa a guida egemonica della Germania, a discapito degli altri Paesi. Non è più pensabile l’esistenza di una BCE non autonoma e autorevole, ma spesso succube dei condizionamenti e dei diktat della Bundesbank. Non è più pensabile l’esistenza all’interno dei Paesi UE dello spread, in riferimento ai titoli di stato tedeschi. La nuova Europa che verrà dovrà sapere affrontare questi problemi di fondo, ritornare a parlare con le persone e progettare per le persone.

Bisogna adottare meccanismi finanziari che mirino al miglioramento delle condizioni economiche dei cittadini, che ne assicurino il lavoro, che ne garantiscano la dignità.
Bisogna guardare ai bisogni degli ultimi, degli immigrati, garantendo un accoglimento di chi fugge dalle violenze, dalle guerre, dalle persecuzioni, dalle umiliazioni, dalla fame da parte di tutti gli Stati Membri e favorendone una reale integrazione. Bisogna che la nuova Europa che nascerà fra qualche giorno possa riscoprire i valori fondamentali che ne hanno determinato la nascita. Solo così si potrà dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini europei, solo così si potrà porre un argine al rinascere ed al diffondersi di culture politiche sovraniste e populiste, che rischiano di far andare indietro le lancette dell’orologio di tutti noi.