Se telefonando mi rispondesse Sua Santità Papa Francesco gli direi

fumetto di Salvino Caputo

Carissima e Soave Santità Papa Francesco, finalmente ho eluso la sorveglianza del suo fedele segretario Monsignor Parolin ed ho il piacere dell’anima di parlare con il mitico rivoluzionario Papa argentino, a proposito di “Cultura Laica” nella società del nostro terzo millennio.

Mi rendo conto di rubare tempo prezioso ai suoi numerosissimi impegni ed al suo tempo di preghiera, ma la prego di concedermi cinque minuti di dialogo se lo riterrà opportuno: Sono uno scrittore siciliano che dal 1970 lotta per fare trionfare un minimo di cultura laica, popolare, in uno stato intrappolato dai “Patti Lateranensi” sottoscritti tra il Regno d’Italia e la Santa Sede l’11 febbraio del 1929, negoziati e sottoscritti da Pietro Gasparri per conto della Santa Sede ed il Capo del Governo Italiano, primo ministro segretario di Stato Benito Mussolini per conto del Regno d’Italia. Soave Santità, non sto ad annoiarla, si ripassi la Convenzione Finanziaria, il Concordato, legati a quei patti irreversibili ed ingiusti. Quando Gesù Cristo affermava: Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio, aveva nettamente separato il compromesso tra Stato e Chiesa. Santità, la sua personalità e fede cozzano con la piramide finanziaria dello Stato Vaticano, con l’IOR, ed il sistema in sé e per sé, patrimoniale e finanziario. La Santità Vostra e la sua Cultura di legalità e giustizia, disturbano i vertici della Sua Chiesa; lo considerano un “Gesuita” di Sinistra perché accoglie i migranti e tifa per tutti i bambini del mondo, al di là del colore della pelle.

Santità, riusciranno ad isolarla malgrado il suo dinamismo e la super efficienza alla Sua veneranda età. Non intendo scoraggiarla, anche perché Gesù La protegge per 24 ore al giorno, con una folta schiera di angeli ed arcangeli. Resista, Papa Francesco e venga a Monreale per estasiarsi in un Duomo Meraviglia, patrimonio dell’intera Umanità.
Tu Tu Tu Tu..... La linea è inesorabilmente caduta. Aspettando Godot, volo con il mio pensiero a Samuel Beckett ed al suo meraviglioso “Teatro dell’Assurdo” costruito intorno alla condizione della attesa di un trionfo della cultura laica nel Pianeta Terra. Non mi scoraggia l’idea di perdere la scommessa, mi procurano tanto fastidio i nuovi sepolcri imbiancati della politica italiana, a partire dal tizio che con il rosario tra le dita, fa i suoi comizi quotidiani e si becca il massimo consenso popolare, al caio progressista ancora succube del superato compromesso storico che stipula coalizioni politiche a 360°.
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