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''Lassata viris, nondum satiata, recessit'': la storia intrigante dell’imperatrice Messalina consorte dell’imperatore Claudio

fumetto di Salvino Caputo

Quando l’imperatore Caligola salì al trono e nominò senatore il suo cavallo, Messalina era considerata tra le top donne più belle di Roma. Fu costretta dall’imperatore a sposare Claudio, più anziano di trent’anni, zoppo e balbuziente.

Nel 41 d.C, i pretoriani uccisero Caligola e Messalina fu acclamata imperatrice insieme al marito. Spietata e senza scrupoli morali, la nuova imperatrice della Città Eterna adottò un nickname “Licisca” che le consentiva, con l’accordo del marito, di prostituirsi nei vecchi postriboli solo nottetempo. Messalina odiava la vita di corte e preferiva dare sfogo alla sua sfrenata sessualità, concedendosi, opportunamente camuffata, ai marinai, ai gladiatori ed ai giovani ragazzi del popolo. Si racconta che un dì sfidò in gara la più famosa prostituta dell’epoca e la vinse in un mach point ai confini dell’impossibile, totalizzando 40 rapporti sessuali in 24 ore. Il grande Giovenale la proclamò “Invicta” perché Messalina stanca, ma non sazia di uomini, smise.

Qualche lettore cattolico e moralista si chiederà perché oggi nel mio articolo parlo di donne sfrenate, disinibite, senza scrupoli, in un momento socio-politico del terzo millennio dove impera il maledetto male oscuro della nostra società, ovvero “La Violenza sulle Donne” e contorni. A distanza di 20 secoli la bellissima Messalina potrebbe ledere la dignità delle donne del nostro tempo, ma a Roma in quel periodo storico il 99% delle donne faticava duramente in casa, era ottima madre di famiglia: donne comuni che educavano i figli ed erano fedelissime ai mariti. Alla fine del film, Messalina pagò con la morte la sua natura sfrenata ed immorale; dopo una relazione pericolosa con il potente Gaio Silio, il vecchio balbuziente imperatore Claudio, per paura di perdere il trono ordinò ad un suo fidato tribuno di uccidere Messalina. Si racconta che il tribuno dopo avere trucidata la bellissima imperatrice, esclamò: Se la tua morte sarà pianta da tutti i tuoi amanti, allora piangerà mezza Roma! Caro lettore, girala come vuoi ma anche se disperatamente non condivisibile, anche Messalina subisce una violenza non giustificabile; Claudio poteva ripudiarla e detronizzarla. Paradossalmente ho voluto creare l’imbarazzo amaro di coscienza, narrando la storia di una donna ingiudicabile e chiosare nel finale alla Ignazio Buttitta “U Pisci feti ra Testa”.
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