La bellezza salverà il mondo

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
conosciamo tutti la frase di Dostoevskij, “la bellezza salverà il mondo”. Mi chiedo spesso se questo sia possibile nella nostra città normanna, ricca di storia e di monumenti, ma segnata in gran parte del suo territorio da incuria e degrado ambientale, anche se le amministrazioni comunali che si sono succedute nel governo del nostro comune si sono impegnate in un processo di sviluppo socio-culturale.

Così pure tanti cittadini continuano a non rassegnarsi al male e non risparmiano energie fisiche e morali per costruire, risanare, riparare. Sono persone che sentono profondamente di non soccombere di fronte all’egoismo personale e alla disgregazione sociale, ma rispondono alla loro spinta interiore di impegnarsi per “la casa comune”.
Monreale, comunque, ha sempre saputo sedurre lo spirito, l’intelligenza e la fantasia di letterati, poeti, storici dell’arte come Wolfgang Goethe, Oscar Wilde, Guy de Maupassant, Jean Paul Houel. Proprio quest’ultimo, pittore-architetto parigino, in visita al Duomo poco dopo la seconda metà del XVIII secolo, affascinato dalle fontane situate lungo la strada monumentale, così rievocò i suoi ricordi : “L’acqua sgorga dalle fontane nei modi più diversi: a zampilli, a colonna, a specchio, a cascata, in qualcuna ad ombrello. Ad ogni passo se ne trova una fatta in maniera nuova, appare un quadro diverso, uno spettacolo incantevole. Al piacere si unisce l’utilità, perché con un clima così caldo, si sente continuamente il bisogno di questo elemento”.
L’artista esprime la propria ammirazione per la spettacolare via-monumento, decorata anche da piloni e targhe commemorative.


A volere quest’opera straordinaria era stato Francesco Testa, un vescovo illuminato e riformatore che, come documenta con le sue preziose ricerche la nostra concittadina Amelia Crisantino, “ cambiò il volto di Monreale e mise in campo un grande fervore urbanistico ed una multiforme attività riformatrice per meglio razionalizzare il territorio : spostò due delle porte urbane per includere i nuovi insediamenti, allargò ed alberò la via principale, portò l’acqua nella parte alta di un paese tutto in salita e costruì un canale in muratura per consegnare altre acque ai giardinieri di Palermo.”
Le artistiche fontane, dette “del Pescatore”, “del Drago”, a “Edicola” e ad “Emiciclo”, sono capolavori di Ignazio Marabitti che seppe sfruttare le risorse dei luoghi creando un effetto scenografico molto suggestivo.
Esse, considerate un inno alla bellezza e cariche di testimonianze, sembrano cadute nell’oblio e nel disinteresse generale.
Dispiace constatare che l’ottimo restauro di tipo conservativo delle artistiche fontane, realizzato con apprezzabile determinazione e con giustificato orgoglio nell’anno 2000 dall’amministrazione del tempo, sia stato gradualmente vanificato da furti e ripetuti atti vandalici. Sono opere ricche di memoria di cui appare urgente riappropriarsi per una maggiore crescita culturale del nostro territorio. E’ vero infatti che la nostra identità si fonda anche sul rispetto e sulla tutela del patrimonio monumentale.
A tal fine, credo che sia necessaria una più ampia attività di informazione e di sensibilizzazione per fare appello alla responsabilità di noi tutti, delle associazioni di volontariato, delle istituzioni scolastiche e per recuperare il valore della cittadinanza attiva mettendo in moto passione ed intelligenza, fiducia e talenti, progetti e cantieri.
Anche in questo caso, come ho più volte sottolineato, non possiamo prescindere dalla forza creativa dei giovani, dalla loro sensibilità per le problematiche ambientali, dalla loro capacità di sognare ed immaginare un futuro diverso.