Il covid fa meno paura, ma continuiamo ad utilizzare le mascherine

fumetto di Mimmo Mirto

In merito alla decisione del Governo Nazionale che, a partire da domani, lunedì 28 giugno, prevede la possibilità di non utilizzare la mascherina protettiva negli spazi aperti, vorrei fare delle riflessioni.

La situazione epidemiologica in Italia, nelle ultime settimane, è notevolmente migliorata: si registrano poche centinaia di nuovi positivi al giorno e qualche decina di decessi, che, pur se nettamente diminuiti, rappresentano sempre un elevato tributo al Covid-19, delle fasce più fragili.
Questo miglioramento è da attribuire all’avanzare della campagna vaccinale, che, con il Commissario Nazionale all’Emergenza COVID, generale Figliuolo, ha ricevuto una notevole accelerazione.
Ma è anche dovuto alle misure di prevenzione, rispettate scrupolosamente dalla quasi totalità degli Italiani: distanziamento sociale, pulizia delle mani, utilizzo delle mascherine protettive.
Nessuno si illuda che, nonostante il netto miglioramento epidemiologico, il Covid-19 sia stato debellato, nessuno si illuda di riportare, con una bacchetta magica, indietro il tempo di circa 18 mesi. Alcune nostre abitudini saranno, probabilmente, modificate anche nei mesi futuri: dal saluto, al divieto di assembramenti, con abolizione degli eventi pubblici, alla possibilità, in alcuni settori, di continuare lo smart working; dall’impossibilità di festeggiare con amici e parenti momenti importanti della vita. Le abitudini sono, talora, difficili da modificare: serve una forte motivazione, una comprensione delle ragioni che le rendono necessarie. Ecco perché è fondamentale che le Istituzioni Centrali diano messaggi certi, coerenti, credibili.


Da questa pandemia, da questo lungo momento di disagio sociale, economico, psicologico, dobbiamo avere la forza, la lucidità, la consapevolezza di ricavare anche degli insegnamenti positivi.
Abbiamo riscoperto, un po' tutti, il valore delle nostre famiglie, della convivenza più stretta; abbiamo rivalorizzato e riutilizzato, talora, diversamente il nostro spazio abitativo.
Ma con molta responsabilità dobbiamo guardare al prossimo futuro, al prossimo anno scolastico, che dovrebbe essere garantito, a tutti i livelli, in presenza.
Ma, con altrettanta responsabilità, ciascuno di noi, per il bene proprio e della collettività, dovrà continuare a condurre alcuni comportamenti virtuosi. Dovremmo continuare con una adeguata pulizia delle mani, dovremmo continuare a rispettare il distanziamento sociale, dovremmo continuare a salutarci con un gesto, con uno sguardo. Ma dovremmo continuare, anche, ad usare la mascherina protettiva in tutti i luoghi chiusi o dove si possa creare assembramento. Utile sarebbe, da parte del Governo Centrale, sollecitare l’uso delle mascherine sui mezzi di trasporto, nei centri commerciali, nei pubblici uffici, nelle scuole, in tutti quei posti dove non sarà possibile garantire un adeguato distanziamento sociale.
Peraltro, è ampiamente dimostrato che l’uso delle mascherine, oltre che proteggerci dal Covid-19, negli ultimi 2 inverni ( 2020 -2021), ha determinato la pressoché scomparsa di patologie influenzali e parainfluenzali, ha determinato una notevole riduzione delle patologie allergiche respiratorie, con notevole tutela della salute di ciascuno di noi e con notevole riduzione della spesa farmaceutica.


Nei Paesi dell’Estremo Oriente, primo fra tutti il Giappone, l’uso delle mascherine nei luoghi pubblici è un costume già radicato da molto tempo, anche solo per proteggere sé stessi e gli altri da forme influenzali, raffreddori, allergie, smog. L’uso della mascherina in Giappone risale a dopo la fine della influenza del 1934 e negli anni successivi ha travalicato i confini giapponesi per estendersi nei Paesi limitrofi.
Anche noi dovremmo con responsabilità continuare ad usare la mascherina protettiva in tutti i luoghi pubblici. Sarebbe un piccolo sacrificio da parte di ogni singolo cittadino per tenere protetti sé stessi e la collettività.
Mi auguro che le nuove indicazioni Governative non siano interpretate come un “ liberi tutti”. Si rischierebbe di vanificare mesi di sacrifici e oltraggeremmo la memoria di coloro i quali sono deceduti per il Covid-19. Sminuire il rischio di infezione da SARS COV 2, ridimensionare la minaccia, induce le persone ad abbassare la guardia, ad esporsi a probabili pericoli.
Pertanto, il messaggio che vorrei lanciare ai lettori è quello di continuare a mantenere un profilo prudente. Non è ancora possibile abbassare la guardia. Non si può escludere una futura variante in grado di rendere meno efficaci i vaccini. Per questo bisogna accelerare con la campagna di vaccinazione : quanto prima si raggiungerà l’immunità di gregge, tanto più si ridurrà il rischio di avere in futuro ceppi più virulenti.