Se avessimo fede quanto un granello di senape…tutto sarebbe possibile

fumetto di Giuseppe Cangemi

È di ieri la notizia, pubblicata dal nostro giornale, con cui si è reso noto che la fraternità francescana si è presa cura di "abbellire" alcuni spazi della nostra città, in particolare della scala attigua alla chiesa della Madonna delle Grazie.

Seguendo l'invito del nostro vescovo Gualtiero a prendersi cura del creato, la scalinata è stata addobbata dai volontari con decori artistici che ne hanno migliorato l’aspetto, valorizzando un luogo spesso trascurato e meta d’abbandono indiscriminato di rifiuti. Si tratta di un piccolo gesto ma profondamente significativo che ci riporta a riflettere sulla necessità per la nostra comunità di prendersi cura dei luoghi con la speranza che quanto fatto nel quartiere “Bavera” dai volontari possa far nascere in altri spazi della nostra città iniziative simili.

La parola del Vangelo di ieri ci invita ad essere testimoni di una bella verità: se avessimo fede quanto un granello di senape potremmo ordinare anche a un albero di sradicarsi. L’invito che ci rende capaci testimoni del creato passa attraverso la consapevolezza di essere uomini in grado di agire con carità, cura e grande amore verso tutto ciò che ci circonda. La nostra comunità, oggi più che mai, ha bisogno di gesti simili che rilancino l’impegno quotidiano necessario per far rinascere i luoghi che viviamo, custodendo e proteggendo ciò che ci è stato donato.

Non si tratta di un semplice spunto di riflessione ma di un invito concreto al quale siamo chiamati da buoni cristiani nell’essere in grado di farci artefici di un servizio autentico nella comunità in cui viviamo e di cui dobbiamo essere custodi autentici. L’impegno encomiabile dei volontari che ha visto anche nel recente passato molti luoghi della nostra città sottratti all’incuria ci richiede uno sforzo maggiore.

Lo sforzo deve essere certamente quello di creare una sinergia continua, forte e ben salda tra scuola, famiglie, associazioni, parrocchie e istituzioni ma in cui ognuno si riconosca ‘’debitore’’ di ciò che ha ricevuto in dono nella consapevolezza che l’autentica fede in ciò che ci è stato donato può realizzare anche l’impossibile.