

Carissimo direttore,
giovedì scorso il Presidente Sergio Mattarella ha conferito 29 “Attestati d'Onore di Alfieri della Repubblica” a giovani e giovanissimi che, nel 2024, si sono distinti nello studio, in attività culturali, scientifiche, sportive, nel volontariato oppure hanno compiuto atti ispirati a senso civico, altruismo, solidarietà.
Sono solo alcuni giovani tra i tanti nel nostro Paese che hanno interpretato in maniera positiva la vita quotidiana aiutando gli altri a superare le loro difficoltà ed impegnandosi per il bene comune. Sono state consegnate anche targhe speciali per azioni collettive a giovani che con i loro comportamenti hanno mostrato di volere sfuggire alla solitudine e di volere privilegiare i valori di inclusione e di accoglienza. Giovani che hanno probabilmente trovato nei loro genitori e in altri adulti modelli educativi positivi e hanno saputo dare un senso pieno alla loro vita.
Sono notizie molto incoraggianti che possono dare speranza e fiducia nel futuro, soprattutto a noi monrealesi che abbiamo condiviso il dolore, l'angoscia, lo smarrimento dei familiari di Andrea, Massimo e Salvatore e ci siamo chiesti quali ideali e quale futuro stiamo preparando per i nostri giovani. E' stata una tragedia che ha visto emergere un forte spirito comunitario non solo da parte dei loro numerosi amici ma anche dell'intero popolo monrealese. Una tragedia che non possiamo né dobbiamo dimenticare. Questo nostro tempo così complesso ci chiede di non chiuderci nell'indifferenza e nell'egoismo personale, ma ci impone di farci compagni di strada e di agire in un clima di corresponsabilità e di solidarietà per contrastare il linguaggio della violenza.
Se auspichiamo una città più sicura ma anche più moderna ed accogliente, più pulita ed ordinata, una città che si prenda cura delle aree verdi, delle persone anziane, dei bambini e delle varie fragilità, non possiamo essere meri spettatori, ma dobbiamo essere parte attiva, mettendo a disposizione i nostri talenti e le nostre esperienze. Abbiamo il privilegio di vivere in una città ricca di storia, di cultura, di opere d'arte che i nostri antenati ci hanno tramandato e che abbiamo il dovere di salvaguardare ed, ove possibile, di rigenerare.
Dobbiamo essere più consapevoli che la qualità della vita nella nostra città dipende anche dai nostri comportamenti e dai nostri stili di vita. Più rispettiamo le regole del vivere civile e ci prendiamo cura del decoro e della bellezza dei luoghi in cui viviamo, più scopriamo l'appartenenza ad una comunità di persone.
Ho avuto l'opportunità di conoscere in altre città gruppi di giovani che si sono auto-organizzati come veri e propri laboratori di cittadinanza attiva al fine di rivendicare il loro “diritto alla città”. Auspico vivamente che anche nel nostro comune si possa ulteriormente incoraggiare il volontariato, chiamare tanti soggetti della società civile ad offrire le loro competenze e la loro passione per il bene comune, potenziare i luoghi di aggregazione per gli anziani ed individuare nuove opportunità di formazione per i giovani, avendo cura di evitare ogni strumentalizzazione.
Altrettanto fondamentale è il coinvolgimento di tutte le istituzioni scolastiche con i loro dirigenti, i docenti, tutti gli educatori che hanno veramente a cuore il futuro dei nostri giovani.
Se vogliamo ricostruire il tessuto sociale ed essere veramente una comunità siamo chiamati tutti ad agire con senso di responsabilità, a rafforzare la nostra capacità di dialogare, di ascoltare, di tessere rapporti di reciprocità.
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Non occorre essere dei navigati sociologi o degli esperti psicologi per capire quale sia il sentimento comune che alberga, ormai da domenica scorsa, nel cuore di ogni monrealese.