Anche alla "Guglielmo" arriva l'opera dei Pupi

Appuntamento conclusivo del percorso-ricordo di Enzo Rossi

MONREALE, 19 aprile – Con la “Guglielmo II” si chiude il viaggio itinerante per le scuole di Monreale di Benedetto Rossi che ha condotto per mano i ragazzi verso un'arte antica, quella dell'opera dei pupi, in memoria del Padre, Vincenzo Rossi, l'ultimo puparo di Monreale.

L'accoglienza rivolta non solo all'autore del libro “Elogio della Memoria” ma anche alla sua famiglia, venerdì scorso, è stato davvero emozionate da parte degli alunni della II A che hanno preparato cartelloni e disegni in ricordo dell'opera dei pupi, frutto di un lavoro ben preparato svolto dagli insegnanti che hanno posto l'accento sull'importanza e il valore fondamentale che trasmette la narrativa cavalleresca, ovvero il valore universale della lealtà. I ragazzi hanno compreso che l'opera dei pupi ha avuto un posto importante nella nostra Sicilia ed a Monreale, un teatrino che ha saputo raccontare le storie di paladini di Francia, cavalieri, re, dame, maghi, cavalli alati ed altre vicende epico cavalleresche che popolano il magico mondo dell'opera dei pupi.

Benedetto Rossi, attraverso filmati e ricordi ha raccontato ai ragazzi l'approccio all'opera dei pupi e il mestiere del padre Enzo, un puparo che con passione e amore ha dato tanto alla città di Monreale. La “Guglielmo II” ha per i Rossi grande importanza perché proprio in quei locali, negli anni ottanta, Enzo Rossi allestì il teatrino Guglielmo con la collaborazione di Onofrio Sanicola.

Altrettanto bello il pensiero personale di Liliana La Rocca che ha raccolto i suoi ricordi su Enzo Rossi, la sua formazione e la sorprendente conoscenza della narrativa cavalleresca e la dedizione al suo lavoro. “Lo ricordo - ha detto commossa La La Rocca - per la persona straordinaria che era. Un uomo, che con la sua passione e generosità, lascia a tutti noi una lezione di vita e un'eredità da custodire e proteggere con cura”.
É stato un gran divertimento per gli studenti poi ascoltare le filastrocche in dialetto siciliano recitate con maestria da Cosimo Grimaudo che ha concluso il suo intervento con una poesia da lui scritta in ricordo di Enzo Rossi elogiando il figlio Benedetto che continua a tramandare con arte ed esperienza il lavoro del padre.

“Ho visto nei volti dei ragazzi che ho incontrato in questo percorso della memoria – ha concluso Benedetto Rossi - la curiosità, l’entusiasmo verso questa forma d’arte a loro quasi sconosciuta, ho colto la loro emozione nel sapere che un loro concittadino costruiva i pupi e ne rappresentava le gesta, facendoli apprezzare e amare al mondo”.
Tutti i ragazzi hanno mostrato tanto entusiasmo ed hanno seguito con molta attenzione quello che gli è stato spiegato ed alla fine hanno rivolto le loro domande a Rossi che non si è sottratto, soddisfacendo ogni loro curiosità.