Palermo: otto minorenni denunciati per atti di bullismo nei confronti di un tredicenne

Il ragazzino era stato picchiato e deriso pure su Facebook

PALERMO, 15 aprile – Otto minorenni, di età compresa tra i 14 ed i 16 anni, sono stati denunciati dai carabinieri per atti di bullismo nei confronti di un 13enne della stessa scuola.

L'operazione è l'esito di una lunga e delicata attività d'indagine che ha portato alla denuncia di questi 8 giovani bulli ed è il risultato raggiunto grazie alla sinergia tra la famiglia della giovane vittima, l'Arma dei Carabinieri e la Direzione Scolastica.

La denuncia viene sporta presso il Comando Stazione di Palermo Pretoria dai genitori della vittima (lui operaio e lei casalinga), un ragazzo palermitano di 13 anni che frequenta con profitto il primo anno presso un Istituto Tecnico del capoluogo. Il primo trimestre termina con buoni risultati scolastici anche se in famiglia si avverte il sentore che qualche cosa non va, con il passare dei mesi il rendimento negli studi va man mano calando, finché con l'arrivo del nuovo anno il giovane sempre più spesso tenta di evitare di andare a scuola senza però dire ai genitori il perché.

L'indagine dei Carabinieri, svolta con la piena collaborazione del corpo insegnante dell'istituto, ha permesso di ricostruire dettagliatamente quanto accaduto durante il periodo che va dall'inizio dell'anno scolastico ad oggi. In un primo momento il ragazzo era stato vittima "di attenzioni" da parte degli otto coetanei, tutti compagni di classe e provenienti da famiglie modeste (tra cui qualcuno di loro ripetente), in un primo momento di sfottò e piccole schermaglie del tipo: colpirlo con gli zaini, lanciargli contro i libri o spintonarlo nei corridoi.

Poi come in un escalation, vittima di veri e propri atti di "bullismo" con atteggiamenti particolarmente aggressivi dall'offesa verbale, " ma chi sei?" alle minacce "devi morire", passando poi alla vera e propria violenza fisica. Questi atteggiamenti persistenti nel tempo e deliberatamente mirati a far del male, con comportamenti volutamente sopraffattori sono riusciti nel tempo a creare uno stato di malessere e di paura nel giovane che nell'ultimo periodo si rifiutava di andare a scuola temendo per la propria incolumità, non trovando il coraggio (come spesso accade) di raccontare ai genitori quanto gli stesse succedendo e cosa fosse costretto a subire, cosa che ad oggi ancora non è riuscito a fare.

Gli uomini dell'Arma hanno accertato che "l'opera" degli otto non si limitava all'orario scolastico, ma il desiderio di intimidire e dominare proseguiva anche fuori dalla scuola proseguendo su Facebook, il più famoso social network della rete dove sulle varie bacheche venivano pubblicate offese del tipo "cosa inutile....tu non conti niente.....tu non puoi parlare......non ci accorgiamo nemmeno delle tua presenza......" escludendolo da qualsiasi tipo di attività o discussione, e nel momento in cui tentava di partecipare ad un dialogo in chat le riposte erano "vattene via........ muto......".

Purtroppo con il passare del tempo è aumentata in maniera esponenziale anche l’aggressività degli otto, che non contenti sono passati alla violenza fisica, sfociata in una gravissima aggressione la mattina del 22 gennaio scorso, quando mentre si trovano nello spogliatoio maschile della scuola, la vittima è stata prima minacciata e poi aggredita con calci, pugni e lancio di oggetti procurandogli varie ferite giudicate guaribili dai medici dell’Ospedale Buccheri La Ferla dove è stato accompagnato dai genitori.

In quel caso, gli autori della vicenda erano stati tutti a vario titolo sospesi dalla Direzione Scolastica per qualche giorno dalle lezioni.

Le indagini dei Carabinieri, scattate all’indomani dell’aggressione, hanno permesso di scoprire che gli aggressori erano arrivati ad organizzare via web l’aggressione, in una pagina di facebook dove era riportato: “…picciotti domani secondo mega cappottone a ……….., (e poi) ……….domani alla 2^ ora ….” con successive conferme e condivisioni. Poi qualche minuto prima dell’aggressione, veniva inviato un sms a tutti i partecipanti per avvisare dell’inizio d’avvio dell’aggressione.

I suoi persecutori, autori non solo di atti di bullismo ma anche “cyber bulli”, sono stati deferiti in stato di libertà con l’accusa di lesioni personali e atti persecutori aggravati, sono tutti studenti che frequentano non solo lo stesso istituto ma anche la stessa classe, sono stati tutti sospesi per un periodo di 20 giorni, uno di loro ha cambiato istituto mentre un altro si è ritirato.
La giovane vittima, che purtroppo si è chiusa in se stessa e continua a non volere andare a scuola, viene seguita da alcuni psicologi.