"Il giorno che ha cambiato la mia vita" ha toccato i cuori degli studenti

Presentato oggi il libro in aula consiliare

MONREALE, 13 marzo – Presentata stamattina l'esperienza diretta di Cesare Moisè Finzi, ottantaquattrenne medico ebreo ferrarese, che ha intrattenuto i ragazzi del liceo "Emanuele Basile" con la sua storia emozionante di perseguitato nel periodo del fascismo.

L'evento è inquadrato all'interno di un progetto "Autori in città", che è arrivato alla sua terza edizione ed è promosso dall'associazione "Oliver" di Palermo, in collaborazione con l'istituto "Francese" ed il "Goethe" di Palermo.

"Portiamo nelle scuole, di ogni ordine e grado, autori internazionali attraverso un percorso di lettura – ha detto Maria Giaramidaro, presidente dell'associazione Oliver ed esperta in letteratura d'infanzia – e selezioniamo i testi da proporre, organizzando incontri tra gli autori ed i lettori".
Sei classi del liceo classico e scientifico hanno partecipato all'incontro, accompagnate dalle insegnanti di italiano e latino, Milena Spallino, Marina Filippone e Maria Grazia Piccicuto del liceo scientifico e Maria Lidia Grasso del liceo classico. Presenti anche l'assessore alla Cultura, Lia Giangreco ed il sindaco Filippo di Matteo, che ha fatto un breve intervento di saluti.

Da dicembre i ragazzi di queste classi hanno cominciato a leggere il libro di Cesare Moisè Finzi, "Il giorno che ha cambiato la mia vita" ed hanno imparato l'importanza di studiare la letteratura attraverso le pagine scritte dall'autore, che ha vissuto in prima persona un'esperienza come quella degli ebrei perseguitati.

É poi cominciato il racconto drammatico, emozionante ed a tratti commovente dell'autore che, tra i dieci ed i quindici anni, con la sua famiglia, ha dovuto subire dapprima le leggi raziali imposte dal fascismo e poi, durante la guerra, la fuga dalle persecuzioni. L'aspetto più sorprendente della sua storia risiede nella "fortuna", così come l'ha chiamata lo stesso Finzi, nell'aver incontrato in questo periodo solo grandi uomini e donne che hanno permesso a lui ed alla sua famiglia di salvarsi.

L'incontro si è concluso con un messaggio del medico di Ferrara: "Ora che sono in pensione, ho sentito il bisogno di incontrare voi giovani che siete la nostra speranza perchè siamo gli ultimi testimoni vivi di questa tragedia. Voi siete la nostra speranza, perchè queste cose non accadano più. Purtroppo cose terribili succedono ancora oggi, ma vi invito ad essere uomini e donne veri, come quelli che ho incontrato nella mia vita. Abbiate sempre ottimismo".