Sulle orme dei Fenici: gita di fine anno a Marsala e Mothia

Ultima esperienza da non dimenticare, prima della fine dell'anno

MONREALE, 19 giugno - Lo scorso 5 giugno, come ogni anno i bambini delle classi quarte della scuola Morvillo, capitanati dalle loro instancabili maestre, muniti di cappellini e occhiali da sole, sono partiti per andare a esplorare una delle ricchezze inestimabile della nostra Sicilia: destinazione Marsala e Mothia, sulle orme degli antichi Fenici.

La prima tappa è stata Marsala e la storia di questo vino liquoroso famoso in tutto il mondo. Alla cantina "Mothia" ci hanno raccontato che un mercante inglese non potendo ripartire da Marsala con la nave a causa di una tempesta si dovette fermare; assaggiò un vino e lo chiamò Marsala. Questo era formato da quattro tipi di uva bianca: inzolia catarratto, damaschino e grillo. Ne volle spedire qualche bottiglia in Inghilterra e, per preservarlo, fece aggiungere una parte di alcool. Il risultato finale fu eccellente. Ancora oggi questo vino ha questo sapore particolare perché mantiene questa ricetta originale: quattro diversi tipi di uva bianca, rigorosamente del territorio di Marsala, più l'aggiunta del 18 % di alcool. Il Marsala è stato il primo vino in Italia a essere dichiarato D.O.C. Invecchia in botti di rovere da cui prende il colore ambrato; se invecchia per un anno si chiama FINO ed è usato in cucina; se invecchia per tre anni si chiama SUPERIORE ed è quello più diffuso; se invecchia per cinque anni è VERGINE. Può essere secco o dolce, dipende dal momento in cui viene aggiunto l'alcool che ne blocca la fermentazione. L'insieme delle bucce rimaste si chiama vinaccia e viene mandata a delle fabbriche che la trasformano in un vino molto forte, cioè la grappa.

Dopo siamo andati al museo di Marsala dove abbiamo potuto osservare la nave punica dotata di un parapetto di protezione e di una chiglia che la rendeva più stabile; la nave è stata ritrovata davanti all'isola "Longa" una delle isole dello Stagnone nel mare Mediterraneo; si tratta probabilmente di una nave bellica affondata dai Romani nel III sec. A.C., durante la prima guerra punica. Sono state rinvenute anche numerose anfore di diverso tipo: con la bocca piccola o con la bocca grande chiamate cratere, comunque tutte diverse tra loro. Sempre al museo ci hanno spiegato che Marsala e Mothia erano colonie fenici e conservano molti resti di questo periodo, per esempio a Mothia il "Tophet", santuario a cielo aperto costruito con pietre ed usato per i sacrifici e resti di mura fatte di pietre incastrate l'una con l'altra.

Subito dopo pranzo ci siamo imbarcati sull'antico vaporetto alla volta dell'isola di Mothia, bello ma lentissimo proprio come una lumaca zoppa. Appena sbarcati abbiamo trovato un villaggio molto antico; abbiamo visitato il museo dove ci hanno mostrato reperti del periodo fenicio e greco, in particolare un plastico che raffigurava l'assedio di Mothia da parte del tiranno Dionigi di Siracusa e tutto l'occorrente per colorare di porpora i tessuti. Purtroppo non abbiamo potuto ammirare la famosa statua dell'efebo, il "giovanetto di Mothia" perché in questi giorni è esposta a Los Angeles. Abbiamo visto anche dei reperti molto belli , piccoli oggetti, ma anche tante collane e bracciali che sono stati ricostruiti simili a quelli originali.

Lungo il sentiero abbiamo avuto la fortuna di incontrare degli archeologi in opera che molto gentilmente hanno risposto alle nostre domande e ci hanno dato informazioni preziose sull'affascinante mondo dell'archeologia. Infine, molto suggestivo, è stato ammirare "la strada punica sommersa", un vero e proprio sentiero appena sotto il livello del mare che collegava Porta Nord di Mothia con Birgi e che, con la bassa marea, poteva essere percossa da due carri affiancati. Ed è così che, anche quest'anno, una gita d'istruzione è diventata una piacevole e divertente esperienza da ricordare... Che bella gita!!!

 

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