Un monrealese alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang: tutto bello, ma che gran freddo!

Piccolo diario di bordo di Giorgio La Bruzzo, inviato ai Giochi coreani dell’agenzia Italpress

PYEONGCHANG (COREA DEL SUD), 11 febbraio – Se qualcuno proponesse di organizzare sempre le Olimpiadi in Asia, avrebbe il mio appoggio. A patto, però, di tenerle dove il termometro non finisce puntualmente sotto lo zero. Perché, va bene che sono Olimpiadi invernali e nessuno pretende di girare in costume e maniche corte, ma vivere già da una settimana a -10 non è il massimo della vita, specie se vieni dalla Sicilia. Ma tant'è.

Gelo a parte, solo complimenti per Pyeongchang e i coreani. Era da Pechino 2008 che non mi capitava di lavorare in un'edizione così ben organizzata. Le distanze, specie fra la parte del ghiaccio (a Gangneung pattinaggio e short track) e quella della neve (Pyeongchang), sono importanti, dagli appartamenti dei media al centro stampa sono 40 minuti di pullman a cui va aggiunto un ulteriore spostamento per sci alpino, fondo, slittino e compagnia cantante ma ai Giochi invernali funziona sempre così. L'importante è mettere noi giornalisti nelle condizioni di poterci muovere con facilità e il servizio funziona anche se poi magari capita che un autista si perda (ed è capitato).

Due appunti però: il primo è che pochi coreani parlano o comprendono l'inglese e questo spesso rende complicata la comunicazione e tutto quello che ne consegue; il secondo è che quando chiedi indicazioni, se hai la fortuna che ti capiscano, non le sanno. Un paio di giorni fa ero andato a seguire la gara di Dorothea Wierer e a -13 (ma percepiti -20 visto il vento) ho avuto bisogno dell'aiuto di un collega straniero per trovare sia la zona per le interviste, che quella per scrivere. Nessun volontario è riuscito a darmi una risposta adeguata. Bene, ma non benissimo. Dovrei essere furioso? Sì ma non lo sono. Perchè i coreani sono di una gentilezza spesso sconosciuta dalle nostre parti. Se chiedi dove si trova il posto X e loro lo sanno, non esitano a imbacuccarsi per accompagnarti. Meravigliosi. Sempre cortesi e sorridenti, è un piacere avere a che fare con loro. E per me questo compensa tutto il resto. (Tranne il freddo ma non è colpa loro).

PS: Sia le nostre stanze, che quelle degli atleti sono disponibili a metà. Parte dei mobili è ancora incellofanata perchè tutti gli appartamenti sono stati già venduti per il dopo Olimpiadi e vogliono evitare danneggiamenti. Alla fine ci si può vivere trattandosi di poche settimane ma c'era bisogno di essere così diffidenti? Ma se abbiamo una brutta fama magari la colpa è anche nostra.