Si parla già di Milano-Cortina 2026, ma ci sarà tempo per pensarci
PECHINO (RPC), 21 febbraio – Sono state tre settimane impegnative, lavorativamente e non solo. Raccontarle non è facile, perché vivere un’esperienza come quella della bolla di Pechino è qualcosa che provi sulla tua pelle e chi ne sta fuori può faticare a capire.
Dover percorrere un chilometro di strada obbligatoriamente in taxi o in bus mettendoci mezz’ora, un’ora o anche più quando a piedi ci avresti messo 10 minuti è forse l’esempio più lampante di una situazione surreale. I tamponi quotidiani, la mascherina che diventa parte del tuo viso, aggiornare la temperatura, mangiare quando capita e quello che trovi, i controlli, fino a dover andare in aeroporto in piena notte, sei ore prima del volo e cercare di non addormentarsi per smaltire subito il fuso orario.
Ma ci sono state anche le gare, le medaglie, le lacrime degli atleti, le chiacchierate con i colleghi a condividere quel film di fantascienza in cui ci trovavamo, tutti pesci in un acquario. E ancora scrivere i pezzi in pullman fra una gara e l’altra, le corse, la neve, il freddo. E quelle videochiamate a casa contando i giorni che mi separavano da quello che conta di più, sperando che filasse tutto liscio. Ora manca l’ultimo pezzettino, poi anche questa Olimpiade sarà alle spalle e si parla già di Milano-Cortina del 2026. Ma c’è tempo per pensarci. Per ora passo e chiudo.
* inviato dell'Agenzia Italpress