Siamo ancora vivi, siamo in finale!

La Spagna merita e ci domina, ma la fortuna sorride agli Azzurri: dopo 9 anni, grazie ai rigori, siamo in finale di un Europeo!!

(Non) chiudete le valigie, rimaniamo a Londra! C’è da dirlo, abbiamo sofferto. Ed anche tanto. Il Tiki-Taka 2.0 di questa Spagna rivoluzionata e dall’ebbro tipico dei giovani che vogliono spaccare il mondo, ci ha messo in difficoltà.

Capirci qualcosa, soprattutto dopo il gol di Morata all’80’, è stato difficilissimo. Il gol del calciatore della Juventus era arrivato dopo 80 minuti, che erano stati già di sofferenza per la Nazionale, che però erano stati caratterizzati da errori grossolani dei calciatori spagnoli e, soprattutto, dal gol del compagno di club di Alvaro, Federico Chiesa. Il figlio d’arte con la maglia numero 14 aveva fulminato la difesa della “Roja” all’ora di gioco, e il suo gol sembrava essere quello decisivo per la conquista della finale londinese.Ma niente, abbiamo dovuto soffrire ancora. I tempi supplementari sembravano infiniti: successioni di rimpalli, azioni scombinate e schemi saltati. Abbiamo visto un’Italia che, al pari della prestazione con l’Austria, ha giocato decisamente sottotono.

L’attacco, tolto Chiesa, decisamente insufficiente, e il centrocampo è stato messo a dura prova dalle incursioni della controparte spagnola, e soprattutto da Dani Olmo. Ma l’equilibrio rimane, e si va alla lotteria dei rigori. Non so cosa stavate facendo, quale rito scaramantico avete utilizzato, quale parente o amico avete stretto in un abbraccio che manda a benedire tutte quelle paure e abitudini che il virus ha portato nelle nostre vite.
Saranno quasi mezzanotte, e l’Italia è in finale. Jorginho buca Simon per segnare il quinto e decisivo rigore, tanto quanto gli errori di Olmo e Morata, probabilmente i migliori della Spagna.

60 milioni di telespettatori urlano davanti alla televisione, ma la voce non si è ancora persa del tutto: dobbiamo conservarla per domenica.
Avrà urlato anche da lassù, la Raffaella nazionale: “E se si attacca col sentimento, portalo in fondo ad un cielo blu, le sue paure di quel momento, le fai scoppiare soltanto tu”.
Grazie Italia, grazie ragazzi. Manca l’ultimo tassello per portare a casa un qualcosa che è più di una semplice competizione. Ma non sprechiamo parole ed evitiamo scongiuri: per ora è tempo di festeggiare. Ed intanto, ne manca una.