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Delirio al Barbera: i rosanero tornano in Serie B dopo tre anni nel segno di Matteo Brunori

PALERMO, 13 giugno - È uno di quei momenti nel quale la ragione fa spazio alla passione. Tra le vie di Palermo, si respirava un'aria diversa già da qualche settimana. La sensazione che qualcosa di magico stava per avvenire, pure.

La storia di questo gruppo rosa come il dolce e nero come l'amaro è un racconto di redenzione, di urli di rivoluzione strozzati da conti in banca dal colore rosso, gestioni scellerate e presidenti poco accorti.
Ora, e per i prossimi mesi, sarà facile pensare al futuro, all'aria fresca portata dai risultati ottenuti sul campo e da quelli che la nuova gestione porterebbe fuori.
Meno facile lo era anche solo ad inizio stagione: figuratevi tre anni fa, dopo che lo spettro del fallimento aveva teso un agguato ad una città che poco a poco aveva perso il suo brio e la sua caratteristica verve.

Palermo è sempre stata una città di cuore, un tipico nel Meridione, ma era da un po' di tempo che non si sentiva coinvolta davvero, non si sentiva parte di qualcosa di grande.
Il suo pubblico si merita palcoscenici più blasonati, e la nazione intera ne avuto prova durante la tragica sfida della Nazionale contro la Macedonia, che ha sancito l'eliminazione dai prossimi mondiali dell'Italia di Mancini.
Gli unici che avevano svolto una prestazione magistrale, del resto, erano stati i tifosi. Si sa, il Palermo gioca in 12, e il dodicesimo uomo è la coltre rosanero dello stadio più bello del Sud.

Di questo ne è sempre stato consapevole l'artefice principale dell'impresa palermitana: Silvio Baldini. Il tecnico, dopo una modesta carriera nelle serie inferiori, è tornato a Palermo a stagione in corso con un solo obiettivo, che a dire la verità non coincideva proprio con la promozione, ma consisteva nel fare il miglior percorso possibile, pensando prima alla crescita personale e prestazionale dei suoi ragazzi, e poi al risultato.
Del resto, è sempre stato un personaggio sopra le righe. Era già stato a Palermo, 18 anni or sono, ma degli screzi con il Presidente Zamparini l'avevano fatto esonerare.
Il suo ritorno è coinciso con una delle annate più belle della storia palermitana, soprattutto nella post-season.

I play-off sono stati un tripudio senza eguali, l'esempio perfetto di palermitanità. Il Renzo Barbera si è reso il teatro di uno spettacolo senza eguali, almeno per delle partite di Lega Pro.
La Serie B è sempre stata un sogno proibito, e solo col passare delle partite è diventata una possibilità sempre più reale e concreta. Non ci credeva nessuno ad inizio anno, nessuno tranne Mister Baldini. Impossibile, però, non chiudere con un giusto tributo al presidente Dario Mirri, coraggioso ed intraprendente nel farsi carico del Palermo forse in uno dei momenti più bui della sua storia, ma che adesso si gode la meritata, meritatissima promozione. E adesso, chissà, se sono rose (del Mansour)... fioriranno.