Quante volte l’abbiamo detto (o ascoltato)!... - III puntata -

Tra disavventure, avversità e... cose turche

Contrarietà, dispiaceri, guai e seccature farciscono la vita di tutti in maggiore o minore misura. Ci sono periodi, poi, in cui sembra che tutte le forze negative si coalizzino contro alcuni malcapitati, ma, a ben guardare, ci si rende conto che nessun momento dell’esistenza è del tutto privo di qualche aspetto sgradevole: il dolce e l’amaro spesso coesistono in modo singolare e noi diciamo filosoficamente: “È la vita!”.

 

Figuriamoci se il linguaggio non si colora di questa ambiguità, intridendosi (e giù con le metafore) di malinconia…

 1) Putiri cuntari ‘na cosa – Poter raccontare una cosa.
Significa essere sopravvissuti a un pericolo o ad una malattia, tanto da poter raccontare agli altri le pene sofferte.

2) Tiraricci i peri a unu – Tirare i piedi a qualcuno.
Vuol dire augurare la morte a qualcuno per ricavarne un beneficio (eredità, carriera, politica, ecc…) L’origine dell’espressione è macabra e risale al tempo delle condanne per impiccagione, quando uno degli aiutanti del boia si aggrappava al corpo penzolante del condannato per accelerarne la morte. E sembra che questo fosse un gesto umano per evitare il peggio.

3) Tutta a sciarra è p’a cutra – Il motivo della lite è la coperta.
Si dice per far comprendere che la vera causa di una contesa, nonostante le apparenze, è di carattere economico. La “cutra” in questione è, appunto, l’oggetto concreto del contendere, spesso, contrabbandato sotto mentite spoglie di false idealità. Pare che la locuzione risalga all’antica usanza di regalare al prete che assisteva il moribondo la sua coperta funebre. Se i preti erano due o più, finiva in “sciarra”.

 4) Passari i vintinovi miraculi – Passare (e superare per miracolo) ventinove malanni.
Vuol dire aver superato con notevoli sforzi una serie di guai tanto numerosa da essere corazzati contro le avversità.

5) Liccarisi l’ugna – Leccarsi le unghie.
Dovrebbe indicare il gesto di un goloso per un cibo gradito, ma l’uso della locuzione è per lo più sarcastico e vuol dire affrontare una situazione sgradevole e difficile.

6) Chianciri cu’n’occhiu – Piangere con un occhio.
Cioè patire un danno limitato (e riconoscerlo come tale)

7) Cosi ri cuntariccilli o’mericu – Cose da raccontare al medico.
Ossia, cose gravi e serie da raccontare al medico, però ai tempi in cui non c’erano le mutue e l’accesso a un dottore era cosa spesso difficile e costosa, sicché vi si faceva ricorso solo per ragioni importanti.

8) Cu fa ligna a mala banna ’ncoddu si nesci – Chi raccoglie legna in un posto poco accessibile le porta via a spalla.
Praticamente “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Es. chi compie azioni disoneste, chi frequenta cattive compagnie, ecc… prima o poi paga il fio.

 9) Mettiri i scagghi a l’ugna – Mettere le schegge nelle unghie.
Vuol dire costringere qualcuno a fare qualcosa che proprio non vuole, con mezzi anche illeciti. Ricorda un barbarico sistema di tortura.

10) Passari i guai ru linu – Patire i guai del lino.
La pianta del lino, infatti, prima di diventare il fresco tessuto che conosciamo, “patisce” una complicata e lunga lavorazione che ha aspetti violenti.

11) Tèniri a marteddu – Tenere sotto i colpi del martello.
Significa far soffrire, non dare pace. Quanti bambini o giovani capricciosi tengono “a martello” i genitori!... (o viceversa?)

12) Vaju pi fujri e trovu turchi! – Vado per fuggire e trovo turchi.
Cercare di uscire da una situazione brutta e finire in una peggiore, come “cadere dalla padella nella brace”.
Il riferimento ai turchi è dovuto al terribile ricordo del periodo in cui i pirati saraceni infestavano il Mediterraneo e facevano molti prigionieri sulle coste dell’Italia (e non solo) sottoponendoli a schiavitù e tortura.
Ricordiamo a tal proposito alcune locuzioni: “Cose turche”; “Mamma, li turchi!”; “Essiri un turcu a’prerica”; “A cu afferra un turcu, è so (suo)”; “Nivuru comu un turcu”; “Pigghiatu ri turchi”; “Fumari comu un turcu”.

Tutto sommato questi turchi si sono linguisticamente… immortalati e li citiamo abbastanza spesso, più dei nostri eroi nazionali!... I miracoli della lingua…

(continua)