Faceva parte della 176a Brigata Garibaldi, che operava in Valle d’Aosta
MONREALE, 18 maggio – Oltre a Biagio Giordano, ci sono stati altri monrealesi che hanno attivamente e coraggiosamente partecipato alla Resistenza, sacrificando la propria vita nella lotta partigiana: Andrea Patellaro, Giovanni Romano, Benedetto Schiera e Salvatore Sciortino.
Quest’ultimo, figlio di Antonio Sciortino e Alfia Amore, nasce a Monreale il 6 aprile 1919: proveniente dal Genio Ferroviario, nell’agosto del 1944 si aggrega alla 176a Brigata Garibaldi, che operava nella bassa Valle d’Aosta, assumendo il nome di battaglia di “Palermo”. A seguito di un vasto rastrellamento che investe le valli alpine alla fine di ottobre del 1944, con i suoi compagni è costretto a ripiegare da Champoluc sulla Valle di Gressoney tramite il valico di colle Bettaforca, in condizioni climatiche particolarmente proibitive; dopo aver vagato per giorni nella tormenta, Sciortino e gli altri componenti della brigata giungono assiderati nel piccolo borgo di Gressoney-La-Trinité.
Su incarico del comandante Annibale Caneparo, Aurelio Vinzio riorganizza gli uomini in distaccamento per riportarli nella Valle di Ayas; tuttavia Ferdinando Aliperta, Michele Sales e Salvatore Sciortino sono costretti a fermarsi a Gressoney-La-Trinité, in quanto non sono in grado di camminare.
Dopo essere rimasti sul posto per pochi giorni, il 7 novembre 1944 i tre partigiani sono caricati su una slitta trainata da un cavallo e avviati verso Perloz per proseguire quindi in direzione di Arnad, scortati da alcuni appartenenti alla 176a Brigata Garibaldi; ma a Gressoney-Saint-Jean, nei pressi dell’albergo Lyskamm (ancor oggi esistente), vengono intercettati da un gruppo di soldati tedeschi, che non esitano ad aprire vigliaccamente il fuoco sui tre inermi, dapprima ferendoli e poi uccidendoli. L’esistenza del giovane Salvatore Sciortino termina qui.
In Valle d’Aosta, per mantenere vivo il ricordo dei martiri della Resistenza, sulla facciata della scuola elementare di Gressoney-Saint-Jean è stata collocata una targa in memoria di Sciortino e degli altri partigiani uccisi insieme a lui; e in una piazza di Issogne troviamo un monumento ai caduti della 176ª Brigata Garibaldi (nella foto), composto da un basamento in pietra con lastre dedicatorie sormontato da una colonna spezzata. In una di queste lastre è riportato il nome di Salvatore Sciortino, che a soli 25 anni è stato trucidato lontano dalla sua Monreale, dove il suo estremo sacrificio è sinora rimasto confinato nella nebbia dell’oblio.
Non dimentichiamo ciò che diceva Piero Calamandrei: «Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione».