Mafia, processo “Monte Reale”. L’avvocato: “Le intercettazioni dell’incendio della Smart non coinvolgono Rinicella”

Nicola Rinicella

Il difensore chiede ed ottiene l'intervento di un perito

PALERMO, 5 aprile – L'avvocato De Lisi, difensore di Nicola Rinicella, implicato nelle inchieste scaturite dalle operazioni antimafia condotte dai carabinieri “Quattro.Zero” e “Monte Reale”, ha chiesto ed ottenuto dal giudice Fernando Sestito la nomina di un perito per la trascrizione integrale delle intercettazioni che, a vario titolo, hanno coinvolto il suo assistito.

Secondo alcuni contenuti delle intercettazioni in possesso degli inquirenti, infatti, l'uomo sarebbe stato coinvolto nell'incendio di origine dolosa provocato ai danni dell’autovettura Smart, di Veronica Madonia figlia Vincenzo Madonia, ritenuto esponente di rilievo della famiglia mafiosa di Monreale.
Come riportato ieri in un articolo pubblicato da Livesicilia a firma di Riccardo Lo Verso, il 18 maggio del 2014 la microspia a bordo della Citroen C3 di Onofrio Buzzetta registra la conversazione con Rinicella. “Digli benzina… digli benzina… prendi il biruneddu (il piccolo bidone, ndr)”, dicevano nei pressi di un distributore di carburante in viale Regione Siciliana.
L'indomani a bordo della stessa autovettura vengono intercettati Buzzetta e Giovan Battista Ciulla, in cella con l'accusa di essere stato per un periodo il capo della famiglia mafiosa di Monreale. “Si deve vedere dov'è questa Smart - sono le parole registrare dalla microspia - è troppo in dentro la sopra…andiamo gira…è messa la sopra... qua confusione c'è… già troppo abbiamo girato... meglio martedì”. Ed il martedì, esattamente il 21 maggio 2014, fu incendiata la Smart, della figlia di Vincenzo Madonia.

Secondo la difesa, però, Nicola Rinicella non sarebbe affatto coinvolto nell'episodio intimidatorio. L'uomo, rimasto in panne con la macchina, si sarebbe trovato a bordo della C3 di Buzzetta per aver usufruito di un passaggio finalizzato soltanto al recupero di un bidone di benzina. L'avvocato De Lisi, che ha riascoltato l'intercettazione ed è certo di potere dimostrare la sua tesi difensiva, ha chiesto ed ottenuto dal giudice la nomina di un perito che dovrà trascrivere integralmente l'intercettazione, includendo anche i rumori di sottofondo che garantiranno così l'esistenza di un rumore del motorino di avviamento della macchina di Nicola Rinicella che girava a vuoto.