Getta la droga dalla finestra, ma non è complice del suo ragazzo: assolta giovane monrealese

Lui, invece, ha patteggiato otto mesi

MONREALE, 24 marzo – L’aver lanciato le dosi di hashish dal balcone non significa obbligatoriamente averle detenute ai fini di spaccio. È stato questo il convincimento del giudice Sergio Ziino, della IV sezione penale del tribunale di Palermo, che ha assolto per non aver commesso il fatto D.G., una ragazza monrealese che, cinque anni fa era stata trovata in possesso di circa 70 grammi di hashish, assieme al suo ragazzo L.T. e per questo, assieme a lui, era stata arrestata dai carabinieri.

Il magistrato, così facendo, ha accolto la tesi difensiva del legale della giovane, avvocato Piero Capizzi, che ha sostenuto la non correlazione tra il possesso con il conseguente tentativo di liberarsene e l’attività illecita finalizzata allo spaccio.
Il fatto risale al 2013, quando la giovane, assieme al suo ragazzo, nel corso di una perquisizione domiciliare in via della Repubblica, operata dai carabinieri, era stata trovata in possesso di 70 grammi di hashish. In quell’occasione, alla vista dei militari, la giovane aveva tentato di disfarsi dello stupefacente, lanciandolo dalla finestra. Il particolare, però, non era sfuggito ai carabinieri, che erano riusciti a recuperare la droga. Era scattato quindi l’arresto a seguito del quale, dopo la convalida, ai due giovani non era stata applicata nessuna misura, in ragione del fatto che entrambi erano incensurati.
Adesso, a distanza di tempo, è arrivata la sentenza, secondo la quale, come detto, il gesto di aver lanciato la droga dalla finestra, nel convincimento del giudice, da solo non basta a considerare la ragazza complice per il reato di detenzione ai fini di spaccio, che per questo è stata assolta. Semmai, probabilmente, il reato a lei imputato, sarebbe potuto essere quello di favoreggiamento, che però non era fra i capi di imputazione a carico della giovane.
Discorso diverso per il ragazzo, L.T., che ha ammesso le sue responsabilità, patteggiando una pena di otto mesi.