Spazi in carcere angusti, torna a casa il monrealese Santo Porpora

Stava scontando una condanna a 10 anni ed 8 mesi

PALERMO, 22 aprile – Sconterà il resto della sua pena a casa, per inadeguatezza del carcere, soprattutto per gli spazi insufficienti ed inadeguati il monrealese Santo Porpora, 62 anni, che sta scontando a Caltanissetta una pena di 10 anni ed 8 mesi, frutto della sommatoria di due sentenze: Paesan blues, (legami tra mafia siciliana e italoamericana , per la quale ebbe 2 anni e 8 mesi per droga) e Nuovo Mandamento (riorganizzazione e contrati interni al mandamento di San Giuseppe Jato con la quale gliene furono inflitti altri otto per mafia.

A pronunciarsi in tal senso, come afferma oggi il Giornale di Sicilia in un articolo a firma di Riccardo Arena, il tribunale di sorveglianza di Caltanissetta, città nella quale Porpora sta scontando la sua reclusione in meno di 3 metri quadrati ormai da quattro anni. Condizioni pertanto non adatte a un Paese civile.
In pratica il termine della detenzione è stato anticipato, al 28 febbraio prossimo, ma verrà ulteriormente accorciato al dicembre di quest’anno. In realtà doveva arrivare all’inizio del 2024: ma ai 690 giorni di liberazione anticipata se ne sono sommati altri 322, dovuti a titolo di «risarcimento». Principio introdotto nel 2013 dalla sentenza Torreggiani della Corte europea dei diritti dell’uomo e poi recepito in Italia con una legge dell’anno successivo. Il «risarcimento» consiste in un giorno di sconto ogni dieci trascorsi così: e a conti fatti Porpora è stato in queste condizioni per 3220 giorni, quattro anni e mezzo. I magistrati di sorveglianza nisseni hanno escluso la semilibertà e l’affidamento in prova ai servizi sociali, perché la personalità del detenuto è estremamente negativa. Però, visto che gli resta poco da scontare e che «ha validi riferimenti familiari», gli ha dato la detenzione domiciliare.