Dissequestrati i beni di monsignor Francesco Miccichè

Provvedimento disposto dal Gup di Trapani, Samuele Corso

TRAPANI, 28 luglio – Dopo lo scioglimento della riserva assunta lo scorso 23 luglio, ieri il Giudice dell’Udienza Preliminare di Trapani, Samuele Corso, ha accolto la richiesta proposta dalla Difesa, di dissequestro dei beni del vescovo Francesco Miccichè.

In particolare, il giudice ha disposto l’immediata restituzione di circa 60 oggetti che nel 2015 il pubblico ministero aveva sottoposto a sequestro probatorio, ritenendo che gli stessi fossero stati indebitamente sottratti dalla fondazione Auxilium di Valderice e illecitamente spostati presso la residenza di monsignor Miccichè a Monreale.
Si tratta principalmente di beni a vocazione religiosa e funzione liturgica, quali quadri e statue votive ma anche un pianoforte, mobilio e vasellame.
Da sempre l’arcivescovo aveva sostenuto che si trattava di beni personali provenienti, per la maggior parte, da donazioni ricevute dai fedeli in occasione delle visite pastorali ma anche di beni di proprietà della sorella, ingiustamente, privata della disponibilità di oggetti a lei cari, alcuni dei quali addirittura ricevuti in occasione delle sue nozze.
Soddisfazione è stata espressa dal collegio difensivo del vescovo, costituito dagli avvocati Mario Caputo, Francesco Troìa e Nicola Nocera, che da anni sostiene l’insussistenza di ogni fondamento giuridico del sequestro probatorio, nell’attesa di chiarire in dibattimento l’assoluta innocenza anche dalle rimanenti accuse a suo carico.