Furto d’energia: manca la condizione di procedibilità, assolto in appello noto imprenditore monrealese

In primo grado era arrivata condanna a sei mesi. Ancora una volta decisiva la riforma Cartabia

MONREALE, 28 maggio – Era stato accusato di prelievo abusivo per alimentare la propria attività commerciale. In primo grado era stato condannato alla pena di sei mesi di reclusione per furto aggravato a danno dell'Enel. Adesso, però, la Corte di Appello di Palermo ha assolto S. E., noto imprenditore monrealese, per difetto della condizione di procedibilità.

I fatti risalgono al 2020 quando, al termine di una verifica congiunta dei tecnici Enel accompagnati dai carabinieri della Stazione di Monreale, presso i locali della attività commerciale veniva riscontrata una alterazione del misuratore elettrico.
S. E. difeso dagli avvocati Salvino e Giada Caputo e Francesca Fucaloro, aveva sempre sostenuto la propria estraneità alle accuse, evidenziando di avere utilizzato il misuratore già esistente all'interno dell'immobile al momento di inizio della propria attività e che in ogni caso i consumi erano sempre regolari.

Sul punto, infatti, la difesa produceva una relazione tecnica a dimostrazione della costante valutazione dei consumi. In sede di appello la difesa eccepiva la mancanza della condizione di procedibilità in quanto con la recente normativa in tema fi furto aggravato è necessari la querela presentata dall’Enel, che in precedenza si era limitata a segnalare i presunti fatti alla Procura della Repubblica.

"Con la riforma Cartabia - ha precisato Giada Caputo - non basta la comunicazione di furto, ma necessita una formale querela. Infatti la successiva segnalazione fatta da Enel in Corte di Appello difettava dei rigorosi formalismi per essere considerata una querela". Per questo motivo la Corte di Appello di Palermo, accogliendo l’eccezione formulata dai difensori, ha assolto S. E. per mancanza della condizione di procedibilità.