San Cipirello, 159 mila euro di spese telefoniche. È scontro tra il Comune, Telecom e H3g

Il neo sindaco Geluso: “Se qualcuno pensa ci sia del losco vada in Procura a denunciare”

SAN CIPIRELLO, 24 giugno – Spese pazze o bollette gonfiate? E’ braccio di ferro tra il Comune e le compagnie telefoniche su presunti debiti per 159 mila euro. Cifre che si aggiungerebbero agli 87 mila di spese telefoniche già pagate. Le fatture vanno dal 2011 al 2014.

Le utenze, circa 80, erano in uso a tutti gli amministratori e ai dipendenti del municipio, i cui costi gravavano però sulle spese del bilancio comunale. I contenziosi riguardano la Telecom Italia, per 16 mila euro, e H3g, per 13 mila. Ma c’è anche una cessione di credito di 130 mila euro da parte di Tim ad una società di riscossione, che però finora non si è fatta avanti. Cifre enormi per un piccolo Comune.
All’ombra di Monte Iato, infatti, un solo consigliere comunale, bollette Tim alla mano, sembrerebbe in grado di far impallidire un deputato nazionale. Perché se a Roma, in quegli anni, un onorevole poteva farsi rimborsare fino a 3.098 euro per spese telefoniche, a San Cipirello, invece, un consigliere sarebbe riuscito a spendere la stessa cifra in un solo mese. Le bollette sarebbero comprensive degli sms e delle connessioni ad Internet. In tanti, infatti, avevano a disposizione Smartphone di ultima generazione. E qui nascerebbe l’inghippo: alcune Sim erano abilitate al traffico interno, altre erano invece “aperte” e potevano collegarsi alla rete. Così, nel giro di pochi mesi, alcune numeri riuscirono a raggiungere cifre da capogiro, a causa anche dei servizi aggiuntivi attivati. Nel gennaio 2014, in piena crisi di maggioranza, l’allora sindaco Tonino Giammalva chiese agli alleati di restituire i telefonini e annunciò la disattivazione dei contratti. Ma il danno ormai era fatto. L’anno successivo, infatti, il 15 ottobre del 2015, al Comune venne notificato dal Tribunale di Palermo un decreto ingiuntivo di circa 16 mila euro presentato dalla Tim. Il Comune, che ha sempre contestato le fatture, ha affidato all’avvocato Giuseppina Maria Ilaria Marazzotta il compito di opporsi. La prossima udienza è fissata per il 15 marzo 2018.

Nelle scorse settimane, durante la campagna elettorale, la vicenda è tornata d’attualità. E sono così saltate fuori le fatture relative ai primi 4 mesi del 2012. Le stesse in cui si registrano consumi anomali: sulla Sim dell’allora presidente del consiglio comunale Vincenzo Geluso, che oggi ricopre la carica di sindaco, vennero conteggiate 13.385 euro di spese. Il picco massimo con 3.517 euro di consumi si registrò a marzo. Sul numero attribuito al consigliere Giovanni Randazzo vennero fatturati altri 5.135 euro. Sulla scheda usata dall’allora sindaco Giammalva le spese furono di 1.768 euro. Tutte le altre utenze, nei primi mesi del 2012, fecero registrare consumi più moderati: il consigliere Vito Cannella 247 euro; Gaspare Scannaliato 212 euro e l’assessore Giuseppe Clesi 104 euro. Il consigliere Nino Miccichè, che aveva due schede, 252 euro. Doppia Sim anche per il collega Nicola Barone con consumi per complessivi 92 euro. E qualcuno, dopo le prime polemiche, decise di rimborsare le somme al Comune.

“Il mio telefonino era aperto e abilitato alle chiamate – ha raccontato in un comizio Geluso – perché ero reperibile 24 ore su 24, anche dalla Prefettura. Non ho fatto nulla che non va, se qualcuno pensa che ci sia del losco, deve andare in procura a denunciare. Nelle bollette – ha inoltre spiegato il nuovo sindaco - c’erano delle spese Internet non mie, ma legate al meccanismo Wap con cui la compagnia telefonica ha truffato 600 Comuni in Italia”. Sulla vicenda è intervenuto anche l’ex sindaco Tonino Giammalva: “Sono cifre che abbiamo contestato e che probabilmente il Comune non dovrà mai pagare”.

(fonte e foto: vallejatonews.it)