I pupi raccontano: il Teatro Drammatico dei Pupi “Guglielmo” di Onofrio Sanicola

Onofrio Sanicola durante una rappresentazione

A due passi dal Duomo, l’ultimo atto dell’opera dei pupi a Monreale, tra tradizione e rinnovamento

MONREALE, 3 luglio – Inizia da Marineo sua città natale, l’avventura dell’oprante Onofrio Sanicola nato nel 1942, che fin da bambino assiste agli spettacoli dell’opera dei pupi realizzati da marionettisti girovaghi che si esibivano con i loro teatrini a Marineo, ed è stato amore a prima vista.

Alla fine degli anni ’80 l’anziano puparo Nino Cacioppo cedette ad Onofrio Sanicola i pupi, gli scenari, i canovacci e le macchine di scena, allo scopo di continuare la lunga tradizione iniziata dal padre alla fine dell’800. Negli stessi anni impianta un teatro dell’opera dei pupi a Milano e successivamente a Monreale. Sanicola è un uomo nato per raccontare e lo fa con una maestria che gli viene riconosciuta da tutti gli osservatori e dagli studiosi dell’opera dei pupi.

Figura singolare nel panorama dell’opera dei pupi, Onofrio Sanicola è una personalità dai molteplici interessi che vanno dal giornalismo all’archeologia, animatore culturale ha fondato il periodico d’informazione, cultura e turismo “Il Guglielmo” che ha avuto grande diffusione a Monreale. Grande sostenitore della tradizione, ha combattuto tante battaglie in difesa del teatro organizzando convegni, dibattiti, incontri a tema, ma, al tempo stesso ha avuto il coraggio di apportare ad esso notevoli innovazioni, in un periodo in cui l’opera e gli opranti rischiavano di scomparire, risucchiati dal cinema, dalla televisione e dalla tecnologia imperante. Posizione questa che, non lo ha sottratto alle critiche, specialmente da parte di alcuni suoi colleghi, tuttora legati al tradizionale modo di raccontare le storie dei paladini di Francia. Ha combattuto contro l’indifferenza, il disinteresse del mondo accademico che relegava il teatro dei pupi ai margini, considerandolo minore rispetto al teatro d’élite.

A Monreale ha allestito il teatrino “Guglielmo” nei locali dell’istituto Sacro Cuore, in via D’Acquisto, vero e proprio teatro dei pupi con annesso laboratorio totale. Nella cittadina normanna, da tanti anni il puparo Enzo Rossi costruiva pupi per collezionisti e amatori. Da questo incontro nascerà un’amicizia e una collaborazione che durerà più di vent’anni. Tra i due s’instaura un legame e una condivisione di passioni, condizioni essenziali per realizzare gli spettacoli e le varie iniziative.

Tanti i cartelloni appesi alle pareti che fungevano da sfondo, dalla rivisitazione del Sogno di Guglielmo sotto il famoso carrubo, ai mosaici della vicina cattedrale, oltre ai ritratti dei più noti pupari, dipinti da una ragazza di Casale Monferrato, innamorata dei paladini di Francia. Il teatrino Guglielmo nacque sotto i migliori auspici, luogo della memoria e di trasmissione dell’epopea cavalleresca, ma anche cineforum e teatro di prosa. Turisti, scolaresche e semplici curiosi furono i frequentatori abituali del teatro.

Insieme a Enzo Rossi rappresentò poemi quali Pipino il Breve, La Rotta di Roncisvalle, La Battaglia di tre contro tre a Lampedusa, episodi dell’Orlando Furioso e dell’Orlando Innamorato, La Gerusalemme Liberata, Ettore Fieramosca, Santa Genoveffa di Brabante e poemi mitologici quale l’Iliade e La Caduta di Troia. Tra le iniziative più significative, ricordiamo un convegno nel gennaio 1999 dal tema “Pupi e pupari” per una valorizzazione di un turismo culturale in Sicilia, con la partecipazione di Felice Cammarata, presidente dell’Associazione Amici dell’Opera dei Pupi e di altre personalità.

Nell’aprile dello stesso anno si svolse una grande manifestazione denominata “Porte Aperte” un incontro conviviale tra i pupari e il pubblico: in esposizione pupi, scenografie, macchine sceniche, cartelloni, con i pupari che lavoravano alla costruzione dei pupi nei loro laboratori o nei loro teatrini.

Il teatro ha inoltre, ospitato il coro polifonico Tersicore per avvicinare due grandi arti, quella del canto corale e dell’opera dei pupi, nel rispetto della tradizionale recitazione orale. Tante le tournèe della premiata ditta Sanicola-Rossi: ricordiamo alcune esperienze come quella del febbraio del 2001, alla Bit di Milano, con una serie di spettacoli dell’opera dei pupi che hanno riscosso notevoli apprezzamenti tra il pubblico, promuovendo la città di Monreale e la Sicilia nel mondo.

Di rilievo, la partecipazione alla rassegna dell’opera dei pupi di Barletta dello stesso anno, con lo spettacolo, che narra un avvenimento storico del 1502, “La Disfida di Barletta”, cioè la sfida di tredici italiani capeggiati da Ettore Fieramosca contro tredici francesi, vinta dagli italiani. A Milano, il teatrino di Sanicola, aperto a nuove sperimentazioni ha ospitato, oltre agli spettacoli del repertorio classico, anche rappresentazioni di fiabe, leggende e episodi mitologici, ma anche temi sacri che venivano rappresentati in occasione delle ricorrenze. I pupi siciliani si muovevano tra fondali che, rappresentavano chiese e ambientazioni della città di Milano, come la chiesa di Sant’Ambrogio, per fare un esempio.

Lara Zani, in una recensione pubblicata su “la Repubblica” del 23 ottobre 2004 di una rappresentazione dell’opera dei pupi, che si è tenuta a Milano, a pochi giorni dalla scomparsa di Enzo Rossi (mio padre), cui lo spettacolo era dedicato, scrisse: “Sanicola districa e intreccia da tanti anni i mille filoni delle saghe immortali di dame e cavalieri, leva dall’appendino decine e decine di marionette che popolano il suo garage laboratorio di via Bronzino e ridà loro - continua la giornalista - voce e anima per il suo pubblico di bambini che non sanno più com’è la storia vera della guerra di Troia”.

Un nuovo concetto dello spazio scenico si fa strada, tra nuovi testi e temi mai sviluppati, scenografie di gusto originale e vivace, grazie proprio alla confluenza di soggetti, siano essi artisti o scenografi, capaci di rinnovare nella forma e nella sostanza il repertorio iconografico legalo al mondo dei paladini.  

Con la scomparsa di mio padre avvenuta nel 2004, l’attività del teatro a Monreale subisce una dura battuta d’arresto, il maestro Sanicola non ha più il suo amico e compagno di tante battaglie. Nel dicembre dello stesso anno il teatro Guglielmo ospita uno spettacolo in memoria del puparo di Monreale, eseguito da Giacomo Cuticchio, Piero Scalisi, Salvatore Bumbello.   Nel 2008, il teatrino Guglielmo ospita una mostra di pittura e una serie di spettacoli realizzati da Sanicola e da Stefano Mancuso di Palermo. Furono rappresentate due versioni dello spettacolo “Agricane”, ossia il duello tra Orlando e il vecchio Agricane innamorato di una giovane fanciulla, una classica per mano e voce di Stefano Mancuso, dai toni accesi e cruenti e una in chiave moderna più poetica di Onofrio Sanicola. Sono queste le ultime iniziative realizzate.

Sono tanti i momenti che mi legano al teatro e al Maestro Sanicola, ma uno in particolare mi sovviene e, che desidero raccontare: una domenica d’estate mi chiama al telefono, da Milano e mi chiede di ospitare due persone conosciute in aereo durante i suoi innumerevoli spostamenti, per visitare il teatrino Guglielmo. Concordiamo l’appuntamento e mi reco sul luogo stabilito, Sandra è italiana, lavora per la Rai, Michel è Francese e fa l’aiuto regista. Monreale è deserta, entriamo e appena si accendono le luci il bagliore delle armature dei paladini schierati in fila ravvivano lo sguardo degli ospiti. L’uomo accenna un sorriso e scruta ogni angolo del teatro, ammaliato da un luogo unico e senza tempo. I pupi sono immobili, aspettano di entrare in scena e combattere. Riferisco alla donna che traduce rapidamente; trascorrono quasi due ore senza che ce ne accorgessimo, come vecchi amici che hanno tanto da raccontarsi. Li riaccompagno alla macchina, lei timidamente e con imbarazzo lascia intendere che vogliono disobbligarsi per il tempo trascorso, io declino e dico che è stato un piacere aver parlato del teatro e dei pupari, di aver fatto conoscere questo aspetto della nostra tradizione. L’uomo apre l’auto e mi porge un boomerang di legno, suo hobby preferito, che conservo tra le cose care.

Nel 2011, nel totale disinteresse della società e delle istituzioni, Sanicola lascia definitivamente il teatro e come l’eroe omerico ritorna a Marineo, nella sua terra d’origine, e riprendere la sua avventura, da dove l’aveva iniziata.

Si conclude così, una stagione teatrale unica e irripetibile, di cui sono stato testimone e, che sento il dovere e il piacere di raccontare e condividere con le nuove generazioni e con chi dimentica facilmente o vuole dimenticare, affinché quello che viviamo non sia soltanto un momento di revival fine a se stesso ma, perché non se ne disperda la memoria, patrimonio di tutta la collettività.