San Cipirello, sulle cartelle Imu 2012 è scontro tra Geluso e Giammalva

Il sindaco: “L’annullamento non può essere richiesto”. L’ex: Chieda scusa ai cittadini”

SAN CIPIRELLO, 15 novembre – Spese di notifica dovute o non dovute? E’ questo il dilemma amministrativo che da giorni anima il dibattito politico in paese. In ballo ci sono mille cartelle dell’Imu 2012 già consegnate e all’interno delle quali il Comune ha chiesto ai cittadini il pagamento di 5,18 euro per spese di notifica postali.

In realtà gli accertamenti sono stati consegnati a mano dai messi comunali, ma nella casse dell'ente finirebbero così circa 5 mila euro per spese postali non sostenute.
Di qui la richiesta di nuove emissioni inviata al Comune dal commercialista, nonché ex sindaco, Tonino Giammalva. A replicare alla sua nota sono stati ieri il sindaco Vincenzo Geluso e l’assessore al Bilancio Vincenzo Randazzo. “Nessuna nullità può essere sollevata sugli avvisi Imu dell’anno 2012 in quanto – scrivono i due amministratori - questo ente ha contabilizzato spese ripetibili per notifiche come previste dall’articolo 2 del decreto ministeriale del 12 settembre 2012. Il decreto citato indica che il costo, quando le notifiche sono fatte dai messi comunali, è pari ad 8,75 euro. Pertanto – fanno notare gli amministratori - è stato richiesto un importo inferiore a quello dovuto. Per cui la consegna a mano degli avvisi per il tramite del messo avrebbe comportato un maggiore onere a carico del contribuente e questo Comune non lo ha richiesto”.
Una sorta di "sconto" dunque, a detta di Geluso e Randazzo, che, a conferma della propria tesi, citano due norme: l'articolo 60 del decreto del Presidente della Repubblica del 29 settembre 1973 n. 600 e l’articolo 14 della legge numero 890 del 20 novembre 1982. Due leggi che però, come fa notare Giammalva, “regolamentano la notifica degli avvisi emessi dal Ministero delle Finanze (oggi Agenzia delle Entrate) e di atti giudiziari. Quando il sindaco notifica atti comunali con i suoi messi non può chiedere al cittadino le spese di notifica. L’accertamento è dunque nullo”.

L’ex sindaco Giammalva non risparmia inoltre una stoccata politica al suo “successore” Geluso: “E’ alquanto amaro e deprimente constatare che l’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco, più che stare dalla parte del cittadino continui a difendere una richiesta indebita di rimborso per spese di notifica assolutamente non dovute. Ed invece che correre ai ripari e chiedere scusa al cittadino per l’errore commesso dai suoi funzionari non certo dalla sua persona, incalza e ribatte nelle pretestuose richieste del suo Ufficio Tributi cercando di far passare come una cortesia l’indebita richiesta”.

A supportare la nota degli amministratori comunali è stato, infatti, il funzionario dell’ufficio che ha emesso le cartelle. E tra le contestazioni avanzate da Giammalva c’era anche un presunto errore relativo alla determina sindacale di nomina del responsabile dell’area Tributi. “Si conferma la correttezza per quegli elaborati sino alla data del 31 luglio 2017 – scrive il Comune - Per i pochi avvisi elaborati successivamente al 2 agosto si procederà a pubblicare sul sito istituzionale del Comune una nota a correzione della determina di conferma di nomina. Per gli avvisi ancora da elaborare sarà cura di questa amministrazione procedere all'indicazione della determina corretta, ma considerato che il funzionario nominato è lo stesso di quello indicato negli avvisi, si ritiene che nessuna nullità degli avvisi può essere ravvisata”. Di diverso avviso rimane Giammalva, che scrive: “Corregga senza indugio l’errore”, ed annuncia l’intenzione di presentare un esposto in Procura. Intanto anche altri Comuni, dopo il caso sollevato a San Cipirello, sono alle prese con il rischio di una pioggia di contestazioni da parte dei contribuenti.

 

 

(fonte: vallejatonews.it)