Gli agenti di viaggio? Attori passivi di questo disastro economico

(foto Massimo Merulla)

Il grido dallarme di Gino Campanella in seno allemergenza turismo

PALERMO, 29 aprile – In seguito alla pandemia e alla crisi economica che ne scaturisce, saranno tante le attività commerciali che chiuderanno i battenti. Diverse le categorie coinvolte in questa drammatica vicenda che dal mese di marzo vivono un vero e proprio calvario, come le agenzie di viaggio. A dar voce a questo gruppo di professionisti è Gino Campanella, titolare dell’agenzia Conca d’Oro Viaggi il quale, attraverso il portale “Travelnostop”, il 25 aprile ha lanciato un appello al presidente Fiavet Sicilia, Giuseppe Ciminnisi.

L’agente di viaggio, che con rammarico segue l’evolversi di questa dannata guerra contro il “maledetto nemico dell’umanità”, cerca di evidenziare le problematiche che affliggono economicamente la medesima categoria, la più danneggiata, che conta – secondo Campanella – approssimativamente 12000 agenzie per un totale di 70000 impiegati e che, da settembre 2019, rivedrà luce possibilmente non appena arriverà il vaccino. Lo stesso titolare, tende a precisare al presidente Ciminnisi, che i servizi venduti fino al mese di febbraio – viaggi di nozze, scolastici, di gruppo e crociere – programmati per i mesi successivi, a causa del coronavirus, sono stati annullati, dando avvio ad un “calvario” che ha costretto l’agenzia di viaggio a rimborsare l’utile ricavato fino ad allora, versando inoltre contributi e tasse, eliminando qualsiasi guadagno. “Quali strategie bisogna adottare per far comprendere ai nostri politici che un’acculturata categoria di agenti di viaggio e esperti professionisti del turismo rischiano di perdere il lavoro?”: questo il quesito che Campanella pone alle autorità politiche, al fine di tutelare questo gruppo di professionisti che oggi, in questo tragico scenario, interpretano inerme il ruolo di “attori passivi”.

Nei giorni successivi, Gino Campanella, attraverso la stessa redazione, annuncia di aver ricevuto un rilevante sostegno da parte dei colleghi, ribadendo l’enorme perdita di 6 mesi di lavoro, ovvero l’equivalente di circa 20.000 euro. La strategia che i politici dovrebbero atturare, secondo l’imprenditore, sarebbe quella di un intervento economico per il recupero degli stipendi, attraverso un contributo a fondo perduto: “U pitittu è cosa brutta e chiù r’un jornu nun s’ammutta” sostiene l’agente di viaggio, invitando le classi politiche a trovare una soluzione per scongiurare la “rivoluzione del pane quotidiano” e quindi programmare, sin da subito – “ora o mai più” – una sicura ripartenza del settore turistico, garantendo a chiunque la possibilità in un prossimo futuro di poter continuare a viaggiare: “sì, viaggiare. Evitando le buche più dure”.