Emergenza Coronavirus, i sindacati siciliani lanciano l'allarme

Cgil, Cisl e Uil in coro: “Indice Rt ancora alto, dobbiamo mantenere alta la guardia”

PALERMO, 6 agosto – La pandemia da coronavirus non è ancora un lontano ricordo: il virus è presente e l'indice Rt è superiore a 1 in varie regioni italiane tra cui la Sicilia.

La riapertura delle attività sta cercando di rilanciare le sorti dell'isola, in linea con la promozione del territorio e di ciò che esso ha da offrire, e a pagare le conseguenze di una nuova chiusura forzata degli esercizi commerciali sarebbe l'intera popolazione siciliana, le cui condizioni socioeconomiche sono già state messe a dura prova dal lockdown.
Ma il rischio c'è e non si può ignorare: a lanciare l'allarme sulla situazione coronavirus in Sicilia sono stati Cgil, Cisl e Uil, che hanno evidenziato l'inconciliabilità della ripresa economica con la mancata osservanza delle misure di sicurezza per contenere il più possibile la diffusione del Covid-19. I segretari di Cgil, Cisl e Uil Sicilia Alfio Mannino, Sebastiano Cappuccio e Claudio Barone hanno dichiarato che la regione sta attraversando un momento non poco critico per quanto riguarda l'indice di contagio, e che sarebbe seconda solo al Veneto.

"Osserviamo purtroppo un'evidente noncuranza da parte dei cittadini e degli esercenti, per cui riteniamo indispensabile che si attuino controlli capillari e che siano sanzionate le inosservanze alle norme" è quanto affermato da Mannino, Cappuccio e Barone, che auspicano il rispetto delle regole stabilite insieme alla Regione affinché la produttività generale non si arresti una seconda volta.
"Senza la Sicilia e il Sud" - hanno ribadito - "si ferma l'Italia". L'esigenza di mantenere alta la guardia è stata sottolineata anche da Cristoforo Pomara, componente del Comitato tecnico scientifico della Regione. I sindacati siciliani hanno confermato la piena disponibilità a un confronto con il governo regionale, al fine di garantire gli interessi dei lavoratori e di tutelare la salute di tutti i cittadini.