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3,7 milioni da restituire per la mancata realizzazione del campo di Aquino, il Comune punta su una transazione

Il minuto di silenzio osservato ieri dal Consiglio in memoria di Libero Grassi

Se ne è parlato ieri in Consiglio comunale

MONREALE, 30 agosto – Sulla restituzione delle somme che il Comune di Monreale non ha mai impiegato per la realizzazione del campo sportivo di Aquino potrebbe decidere una procedura transattiva alla quale vorrà fare ricorso il Comune stesso, che deve restituire allo Stato 3,7 milioni di euro. Fondi destinati a costruire il primo stralcio del centro sportivo da intitolare a Domenico Intravaia, caduto di Nassiriya, in pratica il campo di calcio, e mai utilizzati.

Lo ha lasciato intendere ieri sera il sindaco Piero Capizzi al termine della seduta consiliare, che prima della sospensione per mancanza del numero legale, aveva discusso anche questo argomento in virtù dell’interrogazione presentata dal gruppo consiliare di Forza Italia. La seduta, tra l’altro, così come documenta la nostra foto, su richiesta di Marco Intravaia, si era aperta con un minuto di silenzio che il presidente Giuseppe Di Verde ha fatto osservare per ricordare la memoria di Libero Grassi, nel giorno del 26° anniversario della sua uccisione.

Sulla questione campo sportivo il sindaco Piero Capizzi ha affermato che è intenzione dell’amministrazione comunale percorrere la strada della transazione per cercare di ottenere uno “sconto” sulla cifra totale (come detto 3,7 milioni di euro), destinati al Comune di Monreale per la realizzazione di un impianto sportivo, che – come è noto – non ha mai visto la luce. La restituzione dovrebbe avvenire in tranches, ma la richiesta di transazione dovrebbe fare slittare i tempi.

Il paradosso, in tutta questa vicenda, oltre al rammarico per aver disposto di somme destinate ad una importante opera pubblica e non aver mai visto sorgere l’opera stessa, è che le uniche somme regolarmente impiegate e liquidate sono quelle della progettazione: 488 mila euro che il 27 maggio del 2010 sono usciti dalle casse comunali ed approdati (giustamente) in quelle dei professionisti che hanno redatto il progetto, salvo poi accorgersi che le somme a disposizione (che per esigenze di cassa erano state precedentemente utilizzate) non erano più bastevoli per realizzare l’opera, anche nel suo primo step.
Da qualunque lato la si giri, è difficile evitare di parlare dell’ennesima occasione sprecata.