"Datemi una leva e vi solleverò il mondo", diceva Archimede
Non è facile scriver di cibo nel giorno che segue la commemorazione di Santa Lucia. Al motto di Archimede potrei però semplicemente rispondere con "Datemi degli avanzi di riso e tenterò di sollevare la vostra fantasia".
"Libiamo, libiamo ne' lieti calici, che la bellezza infiora; e la fuggevol fuggevol'ora s'inebrii a voluttà"
Ricorre domani la festività dell'Immacolata Concezione. Il culto dell'Immacolata Concezione è un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l'8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.
Il calamaro, ingrediente cardine della nostra ricetta, con la sua carne tenera e delicata dal profumo appena muschiato, conferisce un carattere fortemente marinaro. L'unione con le altre componenti darà al piatto un gusto ancora più marcato.
"megghiu 'na vota arrussicari chi centu voti aggianniari"
Avete presente quella pubblicità che parla di... "irresistibile scioglievolezza"? Ecco, secondo me chi l'ha creata meriterebbe un Oscar nella categoria "definizioni azzeccate": naturalmente parliamo di cioccolato e scommetto che al solo evocare la straordinaria sensazione che il cioccolato regala quando si scioglie lentamente tra lingua e palato...anche la vostra acquolina stia salendo!
Vi sono ricette della tradizione che, al pari di monumenti e opere d'arte, possiedono un inestimabile valore artistico e culturale poichè rappresentano la storia della popolazione interpretandone prima ancora che i gusti, il modus vivendi.
Per molti è proprio il fumo bianco che si innalza dai cilindri dei venditori di caldarroste a segnalare l'arrivo (quantomeno sul calendario) della stagione autunnale. Un fumo che, via via che ci si avvicina, si arricchisce di profumo e infine di sostanza.
"A cu zuccaru a cu fieli ognunu avi lu distinu chi veni...stasira cc'è lu celu annuvulatud'un velu di tristizza cummiugghiatu"
Dolce, in Sicilia, significa più del miele, della ricotta, del cedro candito. Più degli ingredienti di una cassata o di un cannolo. Il dolce coincide con la storia, descrive la geografia, racconta la mitologia e parla di sociale.
"Sparagna a farina quannu a maidda e'cchina. Quannu u funnu pari ... e' inutili sparagnari!"
I siciliani amano molto sfincioni, pizze, muffolette, scacce, scacciate, 'mpanate e cudduruni...ma oltre alle focacce più note ce n'è una davvero speciale "la faccia di vecchia".
La cucina è come la vita: non è una cosa per i pavidi, bisogna avere immaginazione, essere temerari, tentare anche l'impossibile! L'unico limite sia il cuore....
"Arvulu chi nun ciuri e nun fa frutti tagghialu di sutta a quattru botti"
Autunno è tempo di migrare...e per noi siciliani è tempo di bastardoni! Mi perdonerà il poeta per questo arrangiamento, che tuttavia sembra eloquente e pertinente!