Benvenuto, don Gualtiero

MONREALE, 31 luglio – E’ un giorno importante quello di oggi per la vita cittadina: quello in cui don Gualtiero Isacchi diventa il nuovo vescovo di Monreale, prendendo il posto di monsignor Michele Pennisi, che lascia la titolarità della diocesi dopo nove anni di mandato episcopale.

Importante perché la storia della nostra città ci ricorda quanto stretto sia, da sempre, il rapporto tra Monreale ed il suo vescovo, titolare di una delle diocesi più estese d’Italia. Un rapporto che ha sempre determinato una grande influenza arcivescovile sulla vita religiosa, culturale e spesso anche politica di questa terra.
Oggi, dunque, si insedia don Gualtiero Isacchi, che da oggi sarà monsignor Isacchi, perché proprio oggi avverrà la sua consacrazione episcopale. A destinarlo a Monreale è stata la bolla pontificia di Papa Francesco del 28 aprile scorso, in un provvedimento che, non foss’altro che per ragioni anagrafiche, ha tutta l’aria di costituire un vero e proprio cambio generazionale.

Doveroso, prima di guardare all’insediamento di monsignor Isacchi, rivolgere un saluto devoto ed un sentito ringraziamento a monsignor Pennisi, il cui impegno a sostegno della legalità e della difesa degli ultimi è stato costante e si è manifestato attraverso numerose pregevoli iniziative.
Al nuovo vescovo diciamo con entusiasmo: benvenuto. Benvenuto, Eccellenza in una diocesi vasta, variegata, ricca di spunti, ma anche di problemi. Benvenuto in una terra che non tarderà ad apprezzarla e che aspetta di identificarsi presto nella sua guida pastorale.

Non le diciamo nulla di nuovo se le affermiamo quanti e di che portata siano stati i danni della pandemia nella nostra diocesi, come, d’altronde, nel resto del mondo. Danni di natura economica ma anche sociale ed affettiva, maturati in un periodo che ha stravolto tutte le nostre certezze e ha reso problematica pure una semplice stretta di mano al nostro prossimo. Danni che si sono propagati su un già sofferente tessuto sociale, molestato da problematiche ataviche, che non hanno mai trovato una soluzione efficace.
In questo clima Monreale le chiede una presenza forte ed autorevole, una capacità di rimboccarsi le maniche e contribuire all’affermazione, paziente e costante, dei migliori valori che la nostra terra sa esprimere, finalizzati al miglioramento della qualità della vita, materiale e spirituale nella nostra comunità.

La sua giovane età, Eccellenza, vogliamo intenderla come sinonimo di entusiasmo e di voglia di fare, magari per stimolare proprio quei giovani che, purtroppo, forse vittime dei tanti disvalori in auge in questa epoca, preferiscono un cammino tortuoso ed impervio che solitamente conduce a mete che sarebbe meglio non raggiungere.
Monreale confida tanto nella sua opera pastorale, Eccellenza, e sarà pronta certamente ad ascoltare i suoi suggerimenti. Il tempo, benché sempre tiranno, è dalla sua parte e siamo certi che non sarà sprecato. Buon lavoro.