Concerto meditazione in ricordo di Padre Pino Puglisi stasera in cattedrale

È organizzato dalla fondazione “Frammenti di luce” e sarà trasmesso in diretta su TGS

MONREALE, 7 ottobre – Si terrà stasera alle 21 in cattedrale un concerto meditazione a cura della fondazione “Frammenti di luce” in memoria di Padre Pino Puglisi nel 30esimo anniversario della sua uccisione. Lo spettacolo, dal titolo “Perché forte come la morte è l’Amore...Padre Pino Puglisi” è un concerto per soli, coro, orchestra, coreografie, immagini e voci recitanti.

Il cast è formato dal coro Frammenti di luce, dalla solista Suor Cristina Alfano, dal direttore don Maurizio Lieggi, dalle voci recitanti di Alessandro Piscitelli, Sara Barbone e Vittorio Magazzù, mentre i testi sono di Alessandro D’Avenia ed è a cura del Centro Diocesano “Beato Giuseppe Puglisi”. L’orchestra Palermo Sinfonietta parteciperà con la regia di Alessandro Spinnato e la fotografia curata da Fabio Alfano. La Parola, i Testi tratti dal libro di Alessandro D’Avenia “Ciò che inferno non è”, le testimonianze, il canto, la musica, le immagini, la danza ripercorrono la vita, le parole, i gesti di don Pino Puglisi.

Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata palermitana di Brancaccio, cortile Faraone numero 8, il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio, Carmelo, e di una sarta, Giuseppa Fana, e viene ucciso dalla mafia nella stessa borgata il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno.
Sin dai primi anni di sacerdozio segue in particolare modo i giovani e si interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città. Segue con attenzione i lavori del Concilio Vaticano II e ne diffonde subito i documenti tra i fedeli, con speciale riguardo al rinnovamento della liturgia, al ruolo dei laici, ai valori dell’ecumenismo e delle chiese locali. Il suo desiderio fu sempre quello di incarnare l’annunzio di Gesu’ Cristo nel territorio, assumendone quindi tutti i problemi per farli propri della comunità cristiana.

Il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San Gaetano, a Brancaccio. Il 29 gennaio 1993 inaugura a Brancaccio il centro “Padre Nostro”, che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. Don Pino propone a Brancaccio un modello di prete che i boss non riconoscono, mentre si sono sempre mostrati pronti ad accettare e “rispettare” un sacerdote che sta in sacrestia, tutto casa e chiesa, promotore di processioni – magari al fianco dello “Zio Totò” di turno -, che “campa e fa campari”. Padre Puglisi sceglie invece di uscire dalla sacrestia e di vivere fino in fondo i problemi, i rischi, le speranze della sua gente. Desidera in quanto parroco, la liberazione e la promozione del suo popolo.

La sua attenzione si rivolse al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, riaffermando nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede. Questa sua attività pastorale – come è stato ricostruito dalle inchieste giudiziarie – ha costituito il movente dell’omicidio, i cui esecutori e mandanti sono stati arrestati e condannati. ‘’Non dobbiamo tacere“, diceva don Pino ai parrocchiani più timorosi nei giorni delle minacce, degli attentati che preludevano l’agguato. E aggiungeva, citando San Paolo, “si Deus nobiscum, quis contra nos?” (se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?).